Keita Miyazaki espone in Italia al MARV di Gradara. Tra rottami e fiori di carta, una poetica riflessione su distruzione e rinascita.

C’è speranza – ma anche rinascita – nelle opere di Keita Miyazaki, che espone (nella sua prima personale in Italia) al MARV – Museo d’Arte Rubini Vesin a Gradara (PU) dal 6 giugno al 6 luglio 2025. Del resto, il titolo della mostra è un evocativo Post-Apocalyptic Bloom, a cura di Riccardo Freddo e Luca Baroni in collaborazione con Gallery Rosenfeld. Fiori di carta che sbocciano da pezzi di ricambio automobilistici: arte spinta e ispirata soprattutto dal disastro nucleare di Fukushima, perché – ci dice l’artista – «la nascita e la distruzione sono un po’ la stessa cosa. Accadono sempre insieme».
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E così, nella mente di Keita Miyazaki, dal disastro sboccia sempre nuova vita. «La gente pensa che Post-Apocalyptic Bloom sia una contraddizione. – commenta – Eppure, dopo il mondo apocalittico, la natura fiorisce di nuovo. Per me non è quindi una contraddizione, ma più una speranza dopo la distruzione».
Keita Miyazaki: Post-Apocalyptic Bloom in mostra a Gradara
In Italia, l’artista giapponese avrà l’opportunità di mostrarci alcune delle sue opere. «Un’opportunità molto bella per me – ci spiega – perché è una mostra personale. Ho già tenuto qualche mostra in Italia prima. A Venezia, a Firenze… ma questa è una mostra personale, quindi sono molto emozionato». «In realtà – aggiunge – sono molto sorpreso perché gli italiani amano il mio lavoro, forse a causa del ferro e del colore arrugginito. Ad alcune persone non piace».

Tra rottami e origami: la poetica della rinascita
Del resto, la pratica per Miyazaki è un processo continuamente in evoluzione. «Prima – racconta – mi basavo sul bronzo fuso o pezzi di metallo. In realtà amavo i materiali metallici, ma poi ho trovato un tubo di scarico e parti di auto a Londra. Ho cercato quindi di iniziare un nuovo tipo di lavoro». I rottami delle automobili – un materiale nuovo per Keita – hanno rappresentato una nuova ispirazione, insieme ai materiali industriali come i tappetini.
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«Ho connesso ogni elemento di queste parti di auto per fare una scultura – prosegue – ma ho pensato di aver bisogno anche di oggetti fatti a mano, perché sentivo che la struttura del rottame fosse troppo fredda». Da qui, l’approccio al materiale cartaceo con cui l’artista disegna i fiori delle sue opere: «Una storia di rinascita. – sentenzia – Delle città, ma anche delle sculture». Una celebrazione dell’imperfezione, della temporaneità dell’esistenza.

Il valore della memoria nei fiori di carta
Più nello specifico, Keita Miyazaki ci racconta di disegnare da solo, a mano, gli origami di carta che poi realizza. «È un disegno – spiega – che passa sempre attraverso la mia memoria. Se vado da qualche parte, cerco sempre di vedere correttamente ciò che mi sta intorno, e poi quel ricordo entra nella mia mente e nel mio corpo. Cerco quindi di riprodurlo attraverso la mia mano per disegnare pezzi di carta».

Viaggiare per comprendere le differenze
Per quanto riguarda i rottami di automobili, l’artista giapponese ci dice infine che per quanto le macchine siano universali, «ogni paese ha un diverso tipo di design e sistema all’interno delle parti dell’auto. Quando ero in Italia per una residence, ho provato ad andare dallo sfasciacarrozze per raccogliere pezzi italiani, ma era molto diverso da Londra e dal Giappone». «È molto importante per me – conclude – visitare molti posti nel mondo per vedere le differenze, anche del clima culturale».
Foto di Gioele Bacilieri