Rachel Lancaster, Oyuna Senge e Ghislain Ramage ci raccontano ‘Alegría: In a new light’ del Cirque du Soleil.

Nel 1994 il Cirque du Soleil portava per la prima volta in scena Alegría, uno degli spettacoli più iconici e amati della compagnia. Rappresentato in Italia la prima volta nel 2004, lo show celebrava il decimo anniversario della fondazione del Cirque du Soleil. Nel 2025 Alegría arriva a Roma (e poi nel resto d’Italia) col sottotitolo In a new light. Sono anni di nuove celebrazioni del resto: i 40 anni del Cirque du Soleil, ma anche i vent’anni di questo show clamoroso, che vanta canzoni anche in italiano e uno storytelling potentissimo.
L’articolo continua più sotto
La nostra newsletter bisettimanale dedicata al mondo dell’arte e della cultura
«Alegría, l’originale, ha chiuso nel 2014. Eppure c’è sempre stata una grande richiesta da parte del nostro pubblico e una grande passione nella compagnia nel riportare lo spettacolo in scena. – ci dice Rachel Lancaster, Direttrice Artistica – Il Cirque du Soleil decise dunque, se mai lo avessero rifatto, che fosse necessario rivisitarlo e rielaborarlo. Se ci pensi, è stato creato nel 1994 ed è stato rilanciato nel 2019. Il mondo è andato avanti, così come le tecnologie».

La nuova luce di Alegría
Insomma, Alegría oggi appare sotto una nuova luce, proprio come recita il sottotitolo. Come ci racconta Rachel nel backstage, il primo step è stato riunire un team «sia con alcune delle persone originali coinvolte, che avevano lavorato allo show in passato e che ancora fanno parte del Cirque du Soleil, sia con persone nuove». La domanda che si sono posti è stata Cosa rende Alegría ciò che è?.
«L’essenza della trama è vitale – risponde la Lancaster – la musica è iconica, tutte le canzoni chiave sono rimaste. C’è una rielaborazione anche attraverso la musica, ma è un’evoluzione. Cambi l’orchestrazione, cambi lo stile e i luoghi così come gli atti acrobatici. Siamo famosi per la nostra capacità di evolverci e creare nuovi scenari o anche nel rielaborare vecchie discipline».
Un esempio su tutti è la sostituzione del celebre numero Russian Bars, sostituito con gli Acro Poles. «Mostra una capacità diversa di ciò che possiamo fare sul palco. – commenta Rachel Lancaster – I costumi che abbiamo fatto in realtà sono stati rielaborati, ma hanno il design originale per mantenere la delicatezza delle linee. Ogni singolo aspetto, la musica, l’illuminazione, la messa in scena della storia, gli elementi tecnici, il suono, l’automazione: tutto doveva essere reso attuale e rilevante. Eppure per rendere la storia rilevante, abbiamo in primis dovuto assicurarci che si connetta con una nuova generazione».

Ispirazione per un viaggio collettivo
Non è facile per Rachel gestire ogni singolo aspetto di ciò che accade sotto il Grand Chapiteau. «La sfida più grande – ci confessa – è mantenere tutti ispirati, ma è anche la cosa più emozionante. Credo che sia un viaggio da fare insieme, ovviamente il pubblico vede solo ciò che accade sul palco, ma l’ambiente è creato da ogni singola persona. La creatività, l’eccellenza richiesta è incredibile, dalle strutture ai tecnici che lavorano velocemente, fino agli artisti che preparano tutto in ogni minimo dettaglio. Ogni aspetto è quasi impossibile finché non sei sul palco, ma rendere l’impossibile possibile è ciò che ci permette di portare il pubblico in viaggio con noi».
LEGGI ANCHE: Dieci mostre da non perdere a marzo 2025
E in fondo, uno dei messaggi principali di Alegría non è la connessione possibile anche senza parole? «Sì, una connessione vera – ci dice Rachel – e l’evoluzione è possibile grazie ai desideri delle persone e alle loro diversità. È un messaggio semplice, ma credo che lo show getti una luce su un diverso senso di civiltà. Si può cambiare la società anche in posti piccoli. Nello spettacolo, poi, sono i giovani a guidare il cambiamento».

Alegría: In a new light: Oyuna Senge e Ghislain Ramage
Nel backstage del Cirque du Soleil incontriamo anche due artisti: Oyuna Senge, contorsionista, e Ghislain Ramage, performer del cerchio (wheel, in inglese). Oyuna Senge, dalla Mongolia, aveva già preso parte al primo Alegría, anche se all’epoca era appena una bambina. «Alegría è molto speciale per me perché sono cresciuta con l’Alegría originale. Quindi per me è come una seconda casa. – ci dice – Tornare in questa nuova versione è stato un po’ come chiudere il cerchio ed è anche un privilegio».
«Ho iniziato a fare contorsionismo quando avevo 6 anni. – ci racconta poi – Il casting del Cirque du Soleil è arrivato in Mongolia quando avevo 10 anni e ho iniziato ad esibirmi a 11 anni. È successo davvero tutto molto presto per me, non sapevo troppo del Cirque du Soleil e cosa rappresentasse. Crescendo ho capito quanto sia grande e quanto raggiungiamo il pubblico, con tutti i viaggi in diversi paesi. È speciale per me portare la mia arte tradizionale in giro per il mondo».

Per Ghislain Ramage Alegría è invece, piuttosto, un sogno che si realizza. «Siamo tutti cresciuti con Alegría, è stato uno dei primi DVD che abbia mai avuto. Ascoltavo la musica di Alegría ogni giorno quindi ha sempre significato qualcosa di molto speciale per me. Essere su questo palco, sotto questo tendone, oggi è incredibile».
Nel backstage dello spettacolo si respira dedizione, fatica ma anche tanta diversità. «Veniamo da tantissimi paesi e culture diverse – ci dice Ghislain Ramage – ed è molto importante essere di mente aperta e interessati a imparare dagli altri. Abbiamo lo stesso obiettivo, fare il miglior spettacolo possibile, ma anche la vita nel backstage è importante. Ci sentiamo come una famiglia perché condividiamo una passione». Nello specifico, l’artista interpreta uno dei ribelli. «A me – ci rivela – è stato chiesto di rappresentare un livello diverso del personaggio. Non solo duro e tosto, ma con diverse sfumature. Mostro quindi che c’è anche vulnerabilità».
Le date
Roma: dall’1 marzo al 13 aprile 2025
Milano: dal 25 aprile al 2 giugno 2025
Trieste: dal 13 giugno al 13 luglio 2025 (per la prima volta)
Foto: Anne-Marie Forker e Matt Beard
Costumi: Dominique Lemieux