Le dichiarazioni di Emma Marrone durante la conferenza de ‘Il Ritorno’ alla Festa del Cinema di Roma 2022.

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Alla Festa del Cinema di Roma c’è anche Emma Marrone, arrivata ad Alice nella Città per presentare Il Ritorno. Il film diretto da Stefano Chiantini racconta la storia di una donna che torna a casa dopo il carcere e si ritrova in un mondo di distanze e accuse. Non un ruolo semplice per Emma, che in conferenza parla a lungo della necessità di sfogare l’arte attraverso vari canali.

«Non scelgo i progetti in base ai ruoli, ma in base a quello che penso di poter dare al personaggio. – esordisce subito Emma – A volte ruoli minori possono essere fondamentali in una storia da raccontare. Sul binomio attrice e cantante rispondo con un concetto: nella mente sono una persona libera da preconcetti. Ho imparato a liberarmi anche dal mio stesso giudizio, che spesso è cattivo. Quando una persona è libera nella testa, può essere quello che vuole. Posso essere ciò che voglio».

Fermo restando – prosegue Emma – «che alla base debba esserci una buona dose di talento». «Non voglio sembrare presuntuosa, ma io lavoro ogni giorno per sviluppare il mio e ringrazio le persone che finora mi hanno dato la possibilità. – continua – Mi metto sempre a disposizione dell’arte, anche se significa devastare la mia immagine».

«Quando ho scelto di fare Il Ritorno sapevo che sarei dovuta andare a Sanremo. E non mi sono posta minimamente il problema che mi tagliassero i capelli. Ho sempre detto A Sanremo vado con una canzone e non con i miei capelli. Quest’idea che l’immagine debba stare sopra l’arte deve un po’ finire, soprattutto in Italia».

Emma Marrone Il Ritorno

Emma ne Il Ritorno: «Sono contenitore di tante donne»

Emma – nell’elogiare il regista Stefano Chiantini – sottolinea ad ogni modo che cinema e musica «sono due lavori completamente diversi».

«Quello che imparo lo distribuisco sia nel cinema che nella musica. Imparo dalle persone che incontro e dalle esperienze che vivo. Sono due forme d’arte e l’arte ci insegna che tutto può convivere in un’unica persona. Credo in fondo di essere un contenitore di tante donne. Sono un condominio pieno di donne che ogni tanto litigano, poi prendono il caffè insieme sul balcone. Il mio problema è questo: sono tante persone diverse e, crescendo, ho iniziato a fare pace con queste personalità. A volte vorrei essere una persona più semplice, ma ho imparato che l’arte può essere uno sfogo per mettere d’accordo tutte le mie personalità. L’importante è che io mi sfoghi, ho bisogno di fare cose. Le risposte che non trovo dentro di me, le trovo fuori».

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E infine, Emma dichiara di essere una grande fan del cinema, soprattutto di quello in sala.

«Sono una fruitrice delle piattaforme, che aiutano. – chiosa – Ma hanno anche allontanato il pubblico dal momento reale della messa in scena. Vale anche per i concerti. Quando compro un biglietto al cinema, mi sento una brava persona. È giusto, l’arte va pagata. Non è un’esperienza, è un lavoro. E il lavoro va pagato. E aggiungo che in Italia abbiamo attrici immense. Io sono una donna che ama le donne e non mi rode il culo se una donna fa qualcosa di bello. In Italia sono pochi i film dove le donne hanno un ruolo principale, quindi viva le donne che fanno il cinema. E viva i registi che scrivono i ruoli dove le donne sono protagoniste e non co-protagoniste».