‘The Princess’, Le-Van Kiet: «Mai visto un film in cui una Principessa si salva da sola»

Non tutte le Principesse sono alla ricerca di un Principe. E, per quanto in sé il concetto sia di certo scontato, sulle prime l’idea sovversiva di The Princess può risultare spiazzante. Il film, targato 20th Century Studios e dal 1° luglio 2 in esclusiva su Disney+, frantuma infatti qualsiasi canone narrativo fiabesco mostrandoci la storia di una Principessa in grado e desiderosa di salvarsi da sola. Un concetto rivoluzionario almeno se si guarda alla tradizione cinematografica di cui finora ci siamo cibati. A mettere in scena quest’opera libera dagli stereotipi è il regista Le-Van Kiet (già dietro l’acclamato Furie) e Joey King nei panni della coraggiosa Principessa.

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Quando una bella e tenace principessa rifiuta di sposare il crudele sociopatico a cui è stata promessa in sposa, viene rapita e rinchiusa in una remota torre del castello del padre. Con il corteggiatore respinto e intenzionato a vendicarsi usurpando il trono, la principessa è chiamata a proteggere la sua famiglia e salvare il regno. Il film è interpretato da Joey King, Dominic Cooper (Preacher), Olga Kurylenko (Black Widow) e Veronica Ngo (The Old Guard). The Princess è diretto da Le-Van Kiet, scritto da Ben Lustig (The Thirst) e Jake Thornton (Final Fantasy) e prodotto da Neal H. Moritz (il franchise di Fast and Furious), Toby Jaffe (Total Recall – Atto di forza) e Derek Kolstad (John Wick), mentre Joey King e Guy Riedel sono i produttori esecutivi.

È Le-Van Kiet a raccontarci The Princess, spiegandoci come l’obiettivo fosse proprio quello di spiazzare lo spettatore.

«È stata una gioia fare questo film. – ci dice – Sin da subito abbiamo provato a ottenere proprio questo. Cosa fare con una Principessa che deve salvarsi da sola e che, per tutto il film, prova anche molta insicurezza perché non sa se ci riuscirà? Eppure deve farlo, per la sua famiglia e per le persone che ama. Il punto di partenza era fantastico. La sfida era elaborarlo in modo divertente. Sapevamo quale fosse il genere del film e volevamo farlo piacere anche ai fan dei film di azione. E inoltre già solo il fatto di vedere una donna fare un film del genere è incredibile. Non sono riuscito a trovare nulla di simile in passato. Ero quindi molto emozionato al pensiero di essere in prima linea».

Nell’elaborazione di una pellicola così particolare, non mancano scene d’azione mozzafiato. Ambientate in un setting indubbiamente medievale, ma con molte libertà stilistiche.

«Volevamo creare un mondo reale – dice il regista – che fosse credibile, ma non storicamente accurato o riconducibile a un periodo preciso. Volevamo che fosse un film solido. Gran parte del film consiste nel non prendersi troppo sul serio. Volevamo che la gente si divertisse, e quindi il mondo non poteva essere eccessivo. Ero molto felice del lavoro dei production designer perché hanno creato un mondo molto dettagliato che però non ti distrae. E, nello stesso tempo ci sono tutti questi strumenti e accessori con cui giocare in un film d’azione. Che sia in un mondo medievale o in un ufficio in un film d’azione hai bisogno di cose da maneggiare. E siamo stati molto felici di poterlo fare».