‘Il Dito di Dio – Voci dalla Concordia’, Pablo Trincia: «La realtà, per me, è fonte di ispirazione»

Mentre il podcast di Pablo Trincia Il Dito di Dio – Voci dalla Concordia – prodotto per Spotify da Chora Media – è primo nella classifica dei podcast più ascoltati, il libro Romanzo di un Naufragio – sempre di Pablo Trincia ed edito da Einaudi Stile Libero – si prepara ad arrivare in libreria l’11 gennaio.

La storia di quella tragica notte del 13 gennaio 2012 – quando la nave da crociera Costa Concordia naufragò di fronte all’Isola del Giglio – potrà dunque essere ascoltata e letta. A dieci anni di distanza Pablo Trincia ci riporta su quella nave attraverso le testimonianze di chi ha vissuto quella tragedia. I passeggeri, l’equipaggio, i soccorritori, gli abitanti dell’isola. Trincia ricrea le voci della vita a bordo, di chi era in vacanza per la prima volta nella sua vita e di chi passava la sua intera giornata a tagliare mele.

«Questa non è la storia di un semplice naufragio. – racconta infatti Trincia – È la storia di tanti destini che si sono intrecciati quella notte e che si sono incontrati, anche se per pochi minuti, dando vita a rapporti che sono durati molti anni e di cui nessuno sa niente. Sono rapporti incredibili, è come se dietro ci fosse ciò che qualcuno chiamerebbe destino. Una sotto-traccia impalpabile e misteriosa che ha unito le storie di tante persone».

La tragedia della Costa Concordia e il racconto dei sopravvissuti

«C’è questa nave che fa il giro del Mediterraneo e poi, la sera del 13 gennaio, finisce contro gli scogli del Giglio. Quando chiedi ai testimoni di raccontarti cosa è successo, quasi non devi fare altro che ascoltarli e al massimo chiedere qualche dettaglio in più. È tutto così drammatico e assurdo che è veramente una storia che si racconta da sola».

Con queste parole, Pablo Trincia descrive brevemente come sia arrivato a riempire le pagine di Romanzo di un Naufragio e gli spazi del podcast Il Dito di Dio. La storia della Concordia è del resto celeberrima, anche se spesso è stata fagocitata dagli scandali. Insomma, per Trincia l’obiettivo principale era raccontare la vicenda dal punto di vista umanamente più realistico.

«La grande difficoltà di questa storia piena di così tanti naufraghi, soccorritori, isolani coinvolti è stata quella di selezionare i protagonisti da intervistare. – spiega infatti Trincia – O quelli di cui raccontare la storia, e non è stato facile».

«Credo che la vicenda di Schettino – aggiunge poi l’autore – abbia cannibalizzato le notizie che riguardavano questa nave e il naufragio. In realtà questa storia dovrebbe interessare il grande pubblico, perché racconta un mosaico. C’erano più di 4000 persone a bordo, per cui quella notte abbiamo veramente assistito a tutto il campionario dei comportamenti dell’essere umano in una situazione di emergenza».

Dal romanzo al podcast

«Perché Il Dito di Dio? Un giorno, all’inizio delle ricerche, abbiamo parlato con un ingegnere che si era occupato del sollevamento della Concordia. Parlavamo di come la nave avesse perso propulsione e fosse stata riportata verso il Giglio dalle correnti e dal vento. A quel proposito, l’ingegnere disse Non sono religioso, ma in quel caso è stato veramente il dito di Dio».

Il Dito di Dio – Voci dalla Concordia e ideato e realizzato da CHORA MEDIA, la podcast company italiana, fondata nel 2020 da Guido Maria Brera, Mario Gianani, Roberto Zanco e Mario Calabresi che la dirige. Per capirci, Chora Media ha ideato anche il podcast La Città dei Vivi di Nicola Lagioia. Scritto da Scritto da Pablo Trincia con Debora Campanella, il progetto vanta anche la collaborazione con Francesca Abruzzese.

«Il podcast è un nuovo modo di fruire il racconto. – commenta Pablo Trincia – Prima c’erano i libri o i film. Ora c’è questo nuovo mezzo che passa attraverso il telefonino e che è l’ascolto di un racconto sonoro. Ci sono parole, musica e sound design. Ma ha la particolarità di accendere l’immaginazione e diventare molto più coinvolgente dal punto di vista emotivo».

Del resto, lo sottolinea stesso l’autore di subire il fascino degli «scrittori e grandi giornalisti americani». E lo dimostrano storie come Veleno (2017) – il primo podcast seriale italiano – a cui sono seguiti Buio e Le guerre di Anna (Audible).

«Mi piace come in America si raccontano le storie vere. – rivela Trincia – Perché la realtà per me è una grande fonte di ispirazione e, se trovo una bella storia vera, mi ci butto dentro. Se è raccontata bene, è il non plus ultra».