Alla vigilia dell’estate, prima ancora della hit di stagione, i Boomdabash portano in libreria il loro Salento. Ecco il libro della band tra musica, mare e sole.

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Dal Salento con furore. Anzi, meglio, cu lu core. A un passo dalla stagione estiva e prima della prossima hit, i Boomdabash portano in libreria una guida speciale alla loro terra d’origine. Niente percorsi troppo battuti o tappe patinate, quello insieme alla band è un itinerario del cuore prima ancora che turistico. In Salentu d’amare (DeAgostini) ci sono il mare, il sole e il vento – come la tradizione vuole – ma anche cibo, angoli nascosti, ruralità e ovviamente musica. Con un invito ai più giovani: “ragazzi, il Salento non è solo fare le quattro in discoteca”. Anzi.

“L’idea è nata prima della pandemia”, esordisce Biggie nel raccontarci le ragioni di questa fatica editoriale. “Volevamo fare l’ennesimo tributo al Salento, una terra che come Boomdabash abbiamo portato con noi come un bandiera in tutti i nostri vent’anni di carriera. Allo stesso tempo volevamo dare anche una bella iniezione di positività lanciando il nostro messaggio. ‘Noi siamo qui e non ci siamo fermati; come noi non dovete fermarvi nemmeno voi. Andiamo avanti, lasciamoci indietro per quanto possibile le cose negative. E continuiamo a guardare avanti’.”

“Leggere il nostro libro significa anche sognare sul futuro di questa terra, significa avere speranza”, continua Biggie. “Non è una guida definitiva: questa è la nostra guida, racconta come i Boomdabash hanno vissuto il Salento e sono cresciuti. E il tentativo è quello di rendere giustizia alla totalità delle bellezze di questa terra”.

Un omaggio, dunque, alle proprie radici che nel tacco d’Italia sono più forti che mai e che parte da una rivendicazione orgogliosa di appartenenza. “La storia dice che il Salento ha trecento chilometri di costa, inizia da una parte della provincia di Taranto e scende fino a Santa Maria di Leuca”, mette i puntini sulle i il musicista. “Volevamo far capire al turista commerciale che qui ci sono tantissime che negli itinerari più classici spesso vengono dimenticate. Questo non era giusto”.

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Boomdabash: il Salento in musica, tra pizzica e reggae

E veniamo alla musica, che in Salento sa di pizzica e di reggae secondo una rotta che arriva fino alla Giamaica. Forse, non c’entrano solo le acque cristalline se per quelle coste di parla di Caraibi d’Italia… “Più che la musica, è l’approccio di noi salentini alla musica ad essere conosciuto”, ci spiega Biggie. “È qualcosa che viene tenuto molto in considerazione da tutti come elemento di fondamentale importanza. Per noi è storia perché la tradizione musicale del Salento è antichissima, inizia dalla pizzica e dalla taranta per arrivare ai giorni nostri”.

“La musica è curativa: da sempre si è utilizzata come elemento di medicina, come fosse un vero farmaco”, racconta l’artista. “E poi c’è la connessione con la Giamaica, con tutto il momento della reggae e della dancehall di cui noi Boomdabash facciamo parte, iniziato con i Sud Sound System”.

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“E questa scena non è stata solo musica ma ha aiutato veramente i ragazzi anche a trovare una via d’uscita da tante situazioni spiacevoli”, dice Bigge. “La musica ha fatto veramente bene al Salento: per questo per noi è così importante. Come Boomdabash abbiamo portato il nome della musica salentina nel mainstream. Questa è una cosa che da molti è stata vista in negativo e da tantissimi altri è stata apprezzata.

Perché al di là del fatto che possano piacere o meno, i Boomdabash hanno parlato del Salento sulle reti nazionali e nelle grosse emittenti radio. Quindi, abbiamo lavorato perché si parlasse bene del Salento, è quello che a noi interessa. L’obiettivo comune è far parlare bene di casa nostra, significa lavorare per un riscatto”.

E a proposito di musica, impossibile non chiedere qualche anticipazione sulle prossime release. “L’unica cosa che posso dire è che abbiamo già il singolo dell’estate in mano. È già finito e a breve inizieremo a svelare qualcosa”. Fate spazio nella vostra playlist, c’è una nuova hit in arrivo. Dal Salento, cu tuttu lu core.

Foto di Flavio&Frank da Ufficio Stampa