Seryo ci racconta l’album ‘Nessun Titolo’, in uscita il 22 gennaio. Tra contraddizioni e erotismo, il progetto segna un nuovo inizio.

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Si intitola Nessun Titolo il primo album di inediti di Seryo, uscito il 22 gennaio. Dodici tracce – tra cui le tre canzoni già pubblicate C’è posta per te, Bad Boy, Per un po’ di metadone – che sicuramente rappresentano per il cantautore «un nuovo inizio», fatto di contrasti e contaminazioni.

«Sono arrivato a intraprendere una strada più matura. – ci dice Seryo – Ho iniziato a fare musica facendomi trainare dalla mia timbrica e volendo esprimere tutto attraverso la voce. Era più un giocofòrza per dimostrare dove arrivavo, credo faccia parte di tutti gli approcci iniziali ad un mestiere. Poi però ho iniziato a sentire il bisogno di lanciare messaggi piuttosto che note. In primis per combattere gli stereotipi che avevo subito, e poi per creare un disturbo e aggregazione. Questo è il mio mondo e non si pone limiti di nessun tipo, a partire dal titolo. Ho pensato Non me ne frega niente. Il core business del nostro mestiere è il giudizio, ma ho voluto mettere le canzoni al di fuori di qualsiasi cerchio. L’ho fatto cercando di essere vero al 100%. A volte alzare troppo il tiro ferisce meno di una singola nota. Sono ancora all’inizio di questo percorso però».

Nicola Cavallaro (in arte Seryo) si è così reinventato, trovando però – lungo il percorso verso Nessun Titolo – se stesso. I dodici brani sono infatti schietti, veri e completamente spogli di qualsiasi dietrologia.

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«La parte più difficile è stata scrivere i brani cercando di essere vero e sputando le mie sofferenze. – ci dice ancora Seryo – A volte, quando scrivi, ti trattieni per paura del giudizio delle persone. Ho voluto fare un album che avessi potuto ascoltare anche da solo in camera. Parlare a se stessi è la parte più difficile. Ma mi sono divertito ad affrontare le differenti sonorità. Ho rivissuto tanti momenti della mia vita in musica».

Seryo Nessun TitoloUn processo «tosto e, nello stesso tempo, istintivo». Perché tutto è nato subito dopo l’esperienza a X Factor, complice il primo lockdown e la solitudine di quattro mura.

«Ho vissuto la prima quarantena in una stanza. Avevo le chitarre, le schede audio e nient’altro. – ci dice il cantautore – Quando sei solo o ti guardi allo specchio o ti guardi allo specchio. Fai due conti con te stesso. Ho ripensato alle mie esperienze e mi sono messo davanti a un foglio. È uscito tutto spontaneamente ed è per questo che alcuni brani sono un po’ strani. Si entra nel mio mondo piano piano».

Il mondo di Seryo non è, però, esclusivamente sonoro, e lo dimostrano le immagini che accompagnano Nessun Titolo. «L’arte è contaminazione» mi conferma il cantautore, che per raccontare questo suo nuovo inizio si è avvalso del talento di Emmanuel Viola, in arte EVVIART. L’illustratore è celebre per i suoi disegni a tema erotico e – dopo aver creato le cover dei singoli C’è posta per te, Bad Boy e Per un po’ di metadone – ha curato anche la copertina dell’album Nessun Titolo.

«C’è erotismo perché questo è un album che vuole sradicare stereotipi e preconcetti. – conferma il cantautore – L’ho fatto attraverso il tabù della sessualità. Tra mille contraddizioni, si arriva alla verità».

Del resto, conclude Seryo, «voglio sempre ragionare da libero e vedere le cose al contrario».

«L’intento – sottolinea – è quello di disturbarti».