Si intitola ‘Musicaeroplano’ il brano presentato da Le Larve ad AmaSanremo. La nostra intervista al cantautore.

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Si intitola Musicaeroplano il nuovo singolo de Le Larve (etichetta Polydor/Universal Music). Il brano, scritto dal cantautore romano e prodotto da Davide Maggioni e Stefano Maura, è stato inserito tra le venti canzoni semifinaliste di Sanremo Giovani.

«Questa canzone è nata da un giro che avevo in testa da un po’ e che somiglia un po’ a un pezzo dei Green Day. – ci racconta Jacopo Castagna, in arte Le Larve – Nell’arrangiamento ho messo un riff che ricorda proprio i Green Day, a mo’ di citazione. È bello ricordarsi di quando avevi 13 anni. Musicaeroplano aveva un altro testo all’inizio. Una mattina mi sono alzato con le idee chiare al riguardo, con un impeto un po’ spavaldo. L’arroganza nella vita non mi appartiene, eppure nel testo c’era una sicurezza che stravolge le parole di un filosofo. Ero arrivato al bridge quando ho pensato Adesso Musicaeroplano!. Mi sono messo al pianoforte e ho tirato giù quelle note. È nato di getto il ritornello, parecchio tempo fa».

Decidere di portare Musicaeroplano a Sanremo non è stato però scontato.

«Decidere di andare a Sanremo è stata una battaglia. – ci racconta il cantautore – Tutti mi dicevano che ero pazzo, perché è un pezzo con un ritornello strumentale. Ho proseguito su questa linea, ci credevo in questo pezzo e ce lo vedo bene su un palco come quello di Sanremo. Alla fine ho vinto le perplessità di chi mi lavora intorno. Ora siamo in gara, finora si è rivelata una scelta vincente, speriamo che continui su questa linea».

«Sono contento di essere passato quest’anno perché ci spiana la strada per pezzi più rock. Quelli usciti finora sono più digeribili».

Prima di Musicaeroplano, Le Larve ha infatti rilasciato Semplice (una riflessione sul proprio modo di essere), Lunedì (una visione del tutto personale e ironica del concetto di ozio), Ho visto la Madonna (definito dall’autore un pezzo punk rock senza ritornello) e infine Piove, pensieri in una giornata uggiosa dove piovono clichet, idee, ricordi e domande. Pezzi che lo stesso Jacopo definisce «meno rock».

«Sono anni che dicono che tornano le chitarre, ma nessuno ha mai il coraggio di metterle ste chitarre cafone. – scherza Jacopo – Capisco sia difficile trovare un suono moderno. Penso ai Twenty One Pilots o ai Negramaro in Mentre tutto scorre. Musicaeroplano strizza un po’ l’occhio a quel sound».

Le Larve, il significato di Musicaeroplano e Sanremo

«All’inizio del pezzo c’è sana arroganza. – ci spiega Le Larve – A volte ti porta ad allontanarti da quello che è la razionalità. Il bridge è un po’ etereo a livello testuale, ma è la musica che alla fine ti fa decollare e ti fa allontanare da ciò che vuoi essere. Mi piaceva dare spazio alla musica, lasciare il ritornello strumentale e far sì che fossero le note a dare significato al neologismo. Il finale è un po’ coatto, con quei chitarroni e quella progressione. Non ha un significato particolare, è una ripetizione. È stata una scelta stilistica».

«Sto imparando a essere meno diretto. Mi piace lasciare varie chiavi interpretative in un testo così da vedere cosa può scaturire oltre il mio pensiero. È un esercizio anche essere meno diretto».

«Sanremo è un modo per dare continuità a questo progetto. – conclude Jacopo – Gli anni scorsi avevo provato la strada di Sanremo, ma ci speravo anche meno. Quest’anno non c’è altro, è un po’ l’unica via che vedo per fare musica. E poi è Sanremo, non posso trovare modo migliore di far contenta nonna e mamma».