Mameli ci racconta l’album ‘Amarcord’, un progetto di «pura nostalgia» vista in maniera positiva e catartica.

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Venerdì 30 ottobre è uscito finalmente Amarcord, il nuovo (primo) album di Mameli. Amarcord arriva a poco più di un anno di distanza da Inno, EP uscito ad aprile 2019 subito dopo l’esperienza del cantautore ad Amici di Maria De Filippi e fortemente influenzato – quantomeno discograficamente – dai mesi che Mameli si lasciava alle spalle. Anche per questo, Amarcord rappresenta per il cantautore un vero e proprio inizio, anche se si fonda sulla narrazione della fine di una storia d’amore.

«Amarcord è il racconto delle mie sensazioni alla fine di una relazione. – racconta Mameli – C’è in primo luogo pura nostalgia. Ho affrontato la nostalgia con le canzoni, ma non è un sentimento di lacerazione, sofferenza o una forma di amore struggente. È più una lucina che hai in testa, sempre spenta ma che ogni tanto si illumina. Non ti fa vivere male, ma con un cruccio dentro».

«Se dovessi classificare questo album come se fosse un film, direi che è una commedia nostalgica leggera, che affronta un contenuto forte ma con tono sarcastico».

Non è passato molto tempo da Inno, eppure i passi di Mameli sembrano giganti.

«Son cresciuto, ma anche perché mi trovo in un momento della mia vita in cui tutti crescono esponenzialmente. Inno era un EP non pensato, ma giustificato dalla presenza al talent. Non c’era un focus. In Amarcord sì. Quando sono uscito dal programma c’è stata molta pressione per far uscire con un album il prima possibile. Io però ero sempre sicuro che le canzoni che avrei fatto uscire nel mentre mi avrebbero dato la possibilità di scrivere un disco serio, fatto bene, con un pensiero e con esperienze di vita».

«L’album si chiama Amarcord, l’ultima traccia si chiama Futuro. – conclude Mameli – È una traccia molto attuale purtroppo, speranzosa. L’ho scritta durante la quarantena, solo con la chitarra. La vedo come una chiusura del cerchio. Le prime tracce del disco sono molto istintive e pop, in coda ci sono quelle più cantautorali».