Matteo Faustini ci racconta il suo ultimo singolo, ‘Vorrei (La Rabbia Soffice)’, e com’è cambiata la sua vita dopo l’esperienza sanremese.

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Da venerdì 24 aprile è in radio Vorrei (La rabbia soffice), il nuovo singolo di Matteo Faustini, estratto dall’album Figli delle Favole (Dischi dei Sognatori, distribuito da Warner Music Italia). L’album contiene il brano Nel Bene e Nel Male, portato da Matteo in gara al 70° Festival di Sanremo nella categoria Nuove Proposte e vincitore del Premio Lunezia per Sanremo per il suo valore musicale e letterario.

Vorrei (La rabbia soffice) – co-scritto insieme a Marco Rettani – è una lettera aperta del cantautore a se stesso e alla società odierna.

«È il brano a cui voglio più bene. So che non si dovrebbe dire, perché dovrei voler bene a tutte le mie canzoni, ma è la verità. – ci dice subito Matteo – Nella vita riesco a dire qualche bugia, nella musica no. È difficile mettersi a nudo. Sono convinto però che, visto che un giorno dobbiamo lasciare tutti questo pianeta, devo provare e riuscire a essere sincero. Il contenuto secondo me vince sempre sul contenitore».

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«Vorrei (La rabbia soffice) è una lettera aperta a me stesso e per me non è facile parlarmi così apertamente. – continua il cantautore – Tutti abbiamo dei difetti e credo che non dobbiamo solo accettarli, ma provare a curvarli. Parlo anche alla società perché alla fine noi, come individui, ne facciamo parte. Elenco tutte le qualità che vorrei possedere per diventare un essere umano migliore. La società, alla fine, siamo noi».

Chiediamo a Matteo com’è cambiata la sua vita dopo l’esperienza sul palco dell’Ariston.

«Sanremo è stato tosto. Il terrore che abbraccia la gioia. – scherza – Mi sembra di aver sfregato la lampada di Aladino e che il genio abbia realizzato 40 dei miei desideri. Sicuramente è stato un megafono per la mia musica. La definirei un’esperienza edificante soprattutto come crescita umana».

«La quarantena è un modo per ascoltare i propri silenzi e provare a tradurli in insegnamenti. – conclude infine Matteo – Dopo Sanremo sto scrivendo tantissimo. Mi sono reso conto che la musica è diventata più concreta, perché è diverso scrivere per te sapendo che ti ascolta solo la doccia. Quando lo fai per altri esseri umani c’è un altro tipo di soddisfazione. Possiamo riuscire a trasformare il lockdown in qualcosa di positivo. Come dico sempre, quando il sorriso non c’è, è da scegliere. O almeno ci si prova».