Timida ma consapevole della sua bellezza, ecco Benedicta, trent’anni, atleta con tanti sogni nel cassetto, armata di un bellissimo sorriso e tanta ironia.

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Maria Benedicta Chigbolu, “Chiamami Benedicta”, mi dice subito. Quattrocentometrista italiana, non disdegna i duecento. La incontriamo a Roma, in pieno centro, per una video intervista dopo uno shooting fotografico in esclusiva per Revenews. Lei rappresenta la giovane donna italiana: libera, veloce, autonoma, capace e ironica. Arriva con i capelli legati poi si toglie un fermaglio e una bellissima testa di ricci neri rompe il ghiaccio. Fisico longilineo, leggero, la chiamano “la gazzella” e lei fa gli occhi a cuore quando ne parli, si vede che le fa piacere, poi si confida, “me lo diceva mia nonna”.

Dopo averci passato una mattinata insieme possiamo sicuramente dire di Benedicta che è una donna indipendente, sa cosa vuole, è consapevole di sé stessa e delle sue potenzialità. Dietro quello sguardo morbido c’è una grande disciplina e forza di volontà per un reggimento. Un carattere che le permette oggi di essere atleta, personaggio pubblico, influencer senza rinunciare ad essere donna.

Atleta dell’Esercito Italiano, Benedicta si allena a Rieti, sotto la guida di Chiara Milardi, in un bellissimo complesso. Lei è molto riconoscente di questa opportunità, sa che essersi trasferita a Rieti ha comportato delle rinunce ma è il tutto è stato fondamentale per il suo lavoro di atleta.

Un viaggio verso l’agonistica cominciato, come spesso accade, per divertimento, per gioco a diciassette anni. Ben presto Benedica ha scoperto di avere delle potenzialità e le soddisfazioni non hanno tardato ad arrivare.

Tanti i momenti di crescita e di esaltazione, come il record italiano in staffetta sui quattrocento metri, un risultato ottenuto alle Olimpiadi di Rio nel 2016. “La staffetta è condivisione, grinta, responsabilità, corri per te stessa e per le altre ragazze”, ci racconta Benedicta, con un ritmo che ricorda quello della corsa.

Ci sono anche momenti in cui tutto ti crolla addosso. Come nel 2015 quando, durante una importante competizione, “ho perso il testimone e sono caduta… Questo episodio mi ha fatto crescere tanto, mi sono messa in discussione…” e continua “Quello che voglio dare è un’immagine positiva, voglio essere una bella persona, detesto l’arroganza, la prevaricazione. Mi commuovo davanti a cose anche molto semplici come un gesto di affetto fra due anziani.”

Qui su Revenews, ad una ragazza come lei, non possiamo non chiedere del suo rapporto con la musica. “La musica è fondamentale nella mia vita. Negli attimi prima della performance cerco il silenzio, mi concentro su me stessa, ma prima ascolto musica che mi carica. Ascolto molte cose, dipende dal momento” Poi pensa a qualcosa di serio “… Ultimamente sto ascoltando l’album di Marachesh mi piace molto…” (PS. È nella playlist di Revenews di Spotify).

Per chiudere le chiediamo cosa sia la corsa e la velocità per un atleta come lei. “Correre è libertà, è libertà di esprimerti, è consapevolezza di te stesso. Sei tu e la corsa solamente. Sono una donna indipendente, sin da piccola prendo forza da me stessa. Velocità per me è non fermarti, è guardare avanti, velocità è spingerti oltre, dare il massimo. Come atleta mi do sei, come donna otto. Cosa mi piace? Tante cose… Essere amata, ma a chi non piace?”

Shooting fotografico e video intervista di @ Alessandro Vona