Il rapper Vegas Jones pubblica l’album La bella musica, disco che arriva dopo un singolo estivo che ha fatto da ponte verso un nuovo capitolo che non dimentica le radici. La nostra intervista.

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Ad aprire La bella musica, il nuovo album di Vegas Jones in uscita venerdì 8 novembre, è la traccia DM che altro non è se non un messaggio inviato dallo stesso artista divenuta, a inizio tracklist, un vero e proprio manifesto. Il rapper rivendica, non a caso, coerenza, verità e credibilità, principi saldi del suo fare musica.

Perché al centro del suo rap, prima dell’immagine, viene il testo, il messaggio, il contenuto. Una scelta precisa che si fa sentire nell’onda dell’apparire prima che dell’essere. “Il mio sogno è che la gente inizi a prendere sul serio il Rap e Hip Hop” esordisce Vegas Jones presentando il disco La bella musica, che ha nel titolo tanto della propria identità.

“Essendo un lavoro molto personale, il titolo è nato in modo spontaneo non ragionato – spiega l’artista –  Per me il suono delle parole e il loro accostamento è un punto fermo: La bella musica mi suonava bene. Perché non ho scelto, per esempio, il bel rap? Il rap è musica, non è un’altra cosa. Oggi il mondo gira Hip Hop, la moda gira Hip Hop e pure il cinema.”

Tutto quello che si traduce in suono e comunica qualcosa per me è un buon rap. Certo poi il gusto è soggettivo, ma da parte mia l’intenzione che voglio far passare è il fatto che il rap sia una musica, sia impegnata e parli di qualcosa.

E l’impegno verso l’ascoltatore è per Vegas Jones una vera e propria responsabilità, cresciuta nel tempo anche di fronte a un pubblico sempre più ampio. Facile perdere la testa con il successo o buttarsi nella massa, ma le radici del quartiere restano ancora oggi quelle che fanno mantenere i piedi saldi a terra: “Non mi sono spostato da lì, tanto che in copertina si vede tatuato il codice postale”, racconta.

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E spiega ancora: “Anche sulla cover mi metto a nudo, in un periodo in cui i rapper vengono accostati solo allo sfarzo e ai gioielli. Io, invece, ho deciso di toglierli ma di tenere quel tatuaggio per dire ‘questo sono io, qui è da dove vengo ed è quello che continua a farmi scrivere’. Vedo come la gente si comporta con me, nella mia quotidianità, e cerco di fare una vita il più normale possibile per non perdere il contatto con il  reale e continuare, poi, a raccontare quel tipo di mondo.”

Mi sento molto vicino alla gente con questo disco e voglio che la gente sappia che è la mia ispirazione. ‘Io sono uno come te’: questo dico ai miei fan, non sono irraggiungibile, sono uno che come tanti ha iniziato a scrivere le sue rime sui banchi di scuola per inseguire un sogno.

E i social, che in questo percorso che è personale ma anche sociale hanno finito per cambiare le regole del gioco, che parte hanno avuto? “Piuttosto che parlare a caso sui social, cosa che non ho mai fatto se non perché preso in causa, io non mi sbilancio. Sono sempre stato focalizzato sempre e solo sulla musica. Devo ancora crescere e migliorare, ma sono solido sul mio percorso.

A chi ascolta deve arrivare il cuore che l’artista mette in quello che fa, o almeno è quello che piace a me come ascoltatore. Serve spirito e serve arte, un ragazzino non deve vedere solo il gioiello che ti sei comprato ma il lavoro e la fatica che ci sono dietro. Lo spirito è quello di un rapper che vuole cambiare le cose e in questo la base tecnica deve esserci sempre, non può essere sostituita dal personaggio. Io studio il rap e la sua storia ogni giorno. L’arte e le canzoni sono sempre al primo posto.”

Idee ben chiare, quella di Vegas che non perde di mira l’obiettivo: “Voglio che la gente sia motivata dalla mia musica: ho sempre parlato del sogno e ho sempre detto ai miei sostenitori di inseguire il proprio. Con questo disco non siamo più nel viaggio di Bellaria, il sogno di un ragazzino, ma è il cammino di chi ora sa di aver realizzato qualcosa e ci sta lavorando ogni giorno. Più passa il tempo più vedo che il vero paga, senza scorciatoie o compromessi.”

Nel mio mestiere la parola è la nostra arma ed è facile trafiggersi da soli. Ma oggi, quando mi guardo in faccia, posso dire a me stesso che sono ancora io, sono ancora unico è diverso da tutti gli altri.

Come si vede Vegas Jones da qui a dieci anni? “Sarebbe bello se, ascoltando una mia canzone, mi riconoscessi ancora ma con in più con la consapevolezza di aver costruito qualcosa. Adesso l’importante per me è andare avanti dritto, concentrato e coerente.”