Abbiamo incontrato Giulia Soi per la presentazione del suo libro “Glitch – figli di un dio confuso”. Nell’intervista, Xennials e Millennials a confronto.

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Giulia Soi – scrittrice e romanziera, autrice televisiva, giornalista pubblicista, youtuber e molto altro ancora – si autodefinisce “storyteller con il vizietto del web”.

Appartiene alla generazione degli xennials – o perlomeno così le hanno detto di recente – e sui suoi coetanei ha molto da dire. Il suo ultimo libro “Glitch – figli di un dio confuso” (Edizioni della Goccia) prende le mosse dalle vicende sentimentali e professionali dei tre protagonisti – cresciuti nel pieno degli anni ’90 – per parlare del “cortocircuito” di una generazione che tarda a mettere la parola “fine” alla propria adolescenza.

L’abbiamo incontrata in occasione della presentazione del libro alla libreria Notebook – all’Auditorium Parco della Musica di Roma – ed abbiamo parlato del libro, di quell’epoca che ormai sembra lontanissima – gli anni ’90 – e del futuro. Mentre gli xennials tirano le somme sui loro percorsi, tutte le porte si spalancano davanti ai millennials: nell’intervista, le due generazioni a confronto.

La prossima presentazione del libro si terrà Sabato 22 Giugno alle 18.30 presso il KandinskyPub di Roma – via Cesare Baronio, 84.

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Giulia Soi: “Millennials: avranno le spalle larghe, ma non devono dimenticare come sognare”

“Figli di un dio confuso” ma anche di un’epoca particolare, gli anni ’90. Sono ragazzi cresciuti con il mangiacassette che di punto in bianco si sono ritrovati adulti con tecnologie in continua evoluzione e onnipresenti per le mani. Secondo te i millennials cosa potrebbero pensare di questi eterni adolescenti?

Secondo me il tempo è passato molto in fretta ultimamente (…) Ci troviamo con due generazioni a confronto: la nostra, quella che ha vissuto gli anni ’90 – che ho sentito recentemente definire “xennials” – e quella dei millennials, che sono diversi da noi in maniera abissale ma che paradossalmente ci considerano molto.

Io ho visto che molte delle loro passioni sono comunque ancora le nostre. Strizzano l’occhio al passato – così come noi strizzavamo l’occhio agli anni ’70. È fondamentale che ci siano ancora dei punti di contatto… se chi sta sui quarant’anni traffica con l’iPod e con l’iPhone e magari non si orienta, i millennials considerano archeologia il walkman o il mangia cassette.

Quindi mi rendo conto che alcune delle influenze che ho voluto inserire nel libro non sarebbero poi così aliene se le dovesse leggere anche un ragazzo di 18 o vent’anni. 

Giulia Soi

E per le nuove generazioni? Giocando un po’ di immaginazione, secondo te chi ora ha 20 anni come sarà fra altri 20, quando ne avrà 40?

È veramente difficile immaginare come passeranno i prossimi vent’anni. Gli adolescenti – i millennials di oggi – probabilmente da adulti saranno più consapevoli di noi. Sono già un po’ cinici adesso, quindi sicuramente si troveranno con le spalle più larghe. La volontà è che siano però una generazione che non perda l’istinto e la curiosità ad approfondire, a leggere. Anche a sognare con una certa vena romantica che magari non è sempre tanto presente. E che per l’appunto non si lascino portare via dalla frenesia della comunicazione di oggi ma che anche una pagina scritta con più di cinque righe possa attirare la loro attenzione.

Giulia Soi

Ci sarà sempre una storia da raccontare”

In un mondo in cui tutti viviamo costantemente connessi, qual è la formula per ritrovare se stessi e l’altro, come prova a fare Maia?

Citando proprio Maia mi viene in mente che l’elemento con ancora più carisma e fascino che possiamo avere – almeno dal mio punto di vista – rimane la parola, rimane l’uso del linguaggio, della comunicazione, della voglia di esprimersi, di raccontarsi, del potere della storia, non solo tramite le immagini ma anche tramite parole messe in fila – e quindi frasi, e quindi racconti. Ci sarà sempre una storia da raccontare, qualcuno che la vuole raccontare e qualcuno che la vuole sentire – e speriamo che sarà sempre così perché il potere di questa cosa secondo me è illimitato.

Giulia Soi