Emilio Mazzoli: “Contemporaneo vuol dire saper anticipare i tempi”

Arte contemporanea: cosa significa nel 2019? Questo uno dei temi affrontati durante l’intervista con Emilio Mazzoli, che si è gentilmente concesso ai nostri microfoni in occasione dell’inaugurazione della mostra “Vogliamo tutto” dedicata a Nanni Balestrini, curata da Luigi Ambrogi e in collaborazione con la Galleria Mazzoli.

Mazzoli, classe 1942, è gallerista e critico d’Arte, famoso soprattutto per aver organizzato in Italia la prima mostra personale mondiale di Jean Michael Basquiat, nel 1981. Dal 1977, nella galleria di Modena che porta il suo nome, ha fatto conoscere molti artisti della Transavanguardia, collaborando con il critico e amico Achille Bonito Oliva.

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L’intervista a Emilio Mazzoli: artisti e contemporaneità

Com’è cambiata l’Arte contemporanea? Cos’era nel 1963 – visto che oggi parliamo di Balestrini? E cos’è oggi?

Bisogna avere la saggezza di capire che tempi cambiano e sapersi adeguare. E possibilmente, parlando di contemporaneo, sapere anticipare. (…) Nanni Balestrini è sempre stato un agitatore di cultura, sempre stato legato ai giovani ai movimenti nuovi ed era un artista che non aveva età. Oltre alla qualità, l’eleganza e lo stile era un grande sperimentatore… e  il suo “amore” era per il futuro. (…) Secondo me oggi l’Italia dovrebbe più guardare a se stessa ed essere meno affascinata dalla finanza, dal gossip e dalla moda. Dovrebbe pensare ai valori veri, la poesia, la letteratura l’Arte, la musica e tutte le Arti primarie.

Emilio Mazzoli

Siamo ancora in grado di riconoscere l’Arte ai giorni nostri?

L’Arte si rinnova sempre.  Ci sono periodi particolari, periodi diversi.  Secondo me adesso che il palazzo è bruciato, è caduto,  si può ricostruire. (…)  Io vedo il futuro roseo perchè l’arte ha delle capacità incredibili ma bisogna tornare ai valori primari con tutte le capacità che ci danno le nuove scoperte.

Emilio Mazzoli

Quali sono i “valori primari” che si sono persi oggi?

Se le guarda la storia dell’Arte… ma praticamente dalle grandi avanguardie dall’ottocento in poi… la musica, la poesia e le arti primarie, la letteratura,  sono sempre andate a braccetto. Perchè non vanno a braccetto oggi? Perchè l’artista viene cooptato dalla finanza e diventa subito ricco… mentre gli altri artisti – o poeti o musicisti – devono farsi la carriera e non sono e non sono all’altezza economica di questi artisti. E quindi qui avviene una disparità che secondo me è molto volgare.

Emilio Mazzoli