La giornalista e conduttrice tv Rita Dalla Chiesa ha presentato il libro autobiografico Mi salvo da sola, in cui ripercorre dolori e gioie di una vita intera. Ecco la nostra intervista.

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È stato presentato negli spazi di Rizzoli Galleria a Milano il libro di Rita Dalla Chiesa Mi salvo da sola (ed. Mondadori), volume autobiografico in cui la conduttrice ripercorre gli alti e i bassi della sua vita. Nelle oltre duecento pagine stampate, la figlia del generale Dalla Chiesa racconta di perdite e incontri, legami e assenze, oggetti e luoghi attraverso i quali mettere a fuoco volti e momenti.

Il dialogo con Alfonso Signorini e Mara Venier, si apre con il no che salvò sua figlia: “Ho salvato Giulia rifiutando di mandarla, un’estate, da mio padre a Palermo. Lui se ne dispiacque molto, l’ho sentito dalla sua voce, ma se quella volta l’avessi mandata probabilmente sarebbe stata sull’auto con papà il giorno in cui venne ucciso.”

E il ricordo dei funerali del generale spezza ancora oggi la voce a Rita: “Quando ho visto entrare Pertini nella sala, ho rifiutato di incontrarlo per ben tre volte. – racconta – Avevo già visto uomini delle istituzioni abbracciare parenti ai funerali di altre vittime. Sono andata a trovare il Presidente solo dopo, prima ho voluto vivere i funerali di papà con i miei fratelli e la mia famiglia.”

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Ma Mi salvo da sola è anche la storia di un incontro che inaspettatamente ha cambiato la vita di Rita Dalla Chiesa. È l’incontro con l’“amico della notte”, Fabrizio Frizzi, con cui la giornalista ha condiviso il cuore e l’impegno contro la mafia. “Lui veniva dalla musica e dal mondo del cinema e si è ritrovato in una dimensione diversissima. Mi ha aiutato moltissimo, legandosi alla mia famiglia. E io, che non lo volevo neanche, all’inizio!”

E, come solo le trame del destino a volte sanno fare, il dolore ha saputo tessere un filo sottile. Impossibile per la Dalla Chiesa non rievocare “la dignità e la sofferenza” di Fabrizio Frizzi per quello Scommettiamo che andato in onda per insistenza della Rai la sera dell’attentato a Giovanni Falcone. Una ferita che nel presentatore non si è mai rimarginata. Ed, ecco, una nuova separazione e l’ennesima assenza:

Le separazioni non sono dolorose solo per l’assenza fisica, ma anche per le piccole cose a cui sei abituata nella quotidianità e alle quali non fai caso se non quando non ci sono più.

Ma questo libro è anche il racconto di (almeno) un’amicizia, quella con la collega Mara Venier: “Quando eravamo sole (io senza Fabrizio e lei dopo la fine della storia con Renzo Arbore) ci trovavamo a casa sua, in tuta o jeans sui divani di casa. Mara cucinava qualcosa, ci bevevamo una bottiglia di vino e ci divertivamo così, piangendo e ridendo.”

E sulla tv di oggi, la Dalla Chiesa si toglie un sassolino dalla scarpa: “Detesto questa televisione trash che ti urla i sentimenti in faccia in modo volgare, col coltello fra i denti.” Un garbo, quello della giornalista, che si apprezzare anche da poche parole. E anche per questo tratto, Mi salvo da sola si fa leggere con quella fame di storie vere che, nella loro unicità fra drammi e gioie, riescono a diventare testimonianza di umanità. Senza alcuna retorica.