“Iran, 1979. La rivoluzione, la Repubblica islamica, la guerra con l’Iraq”. Antonello Sacchetti ai nostri microfoni racconta l’importanza della memoria.

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Sono passati 40 dalla rivoluzione islamica iraniana che trasformò la monarchia del paese in una Repubblica Islamica sciita. Ma cosa è rimasto di quel conflitto e come è cambiato l’Iran? Ne abbiamo parlato con Antonello Sacchetti, giornalista appassionato di Iran.

Nel suo libro Iran, 1979. La rivoluzione, la Repubblica islamica, la guerra con l’Iraq, Sacchetti ripercorre quegli anni attraverso la testimonianza di persone che la rivoluzione l’hanno vissuta sulla propria pelle, anche da prospettive diverse: da chi fu un rivoluzionario a chi invece era più vicino allo Scià Mohammed Reza Pahlavi.

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“Ho dato spazio ai racconti personali – spiega Antonello ai nostri microfoni – perché una rivoluzione, come in genere tutti gli avvenimenti storici, è qualcosa che coinvolge la vita delle persone delle famiglie. Spesso sono eventi raccontati attraverso i numeri e le gesta dei grandi personaggi. In questo racconto ho voluto mettere anche una parte molto privata di tante persone“.

La memoria di chi ha vissuto eventi come la rivoluzione islamica è un bene prezioso che va raccolto, protetto e divulgato.

“Nel raccogliere queste testimonianze – prosegue Sacchetti – ho avuto la sensazione che molte di queste persone quasi non aspettassero altro che raccontarle. In fondo la memoria serve a liberarci”.

Parlando con Antonello, anche a telecamere spente, comprendiamo quanto poco in realtà sappiamo di questo paese e di come spesso la nostra idea sia stereotipata e legata solo ad un pugno di notizie che ci vengono sventolate in faccia. È sicuramente un paese complesso, in cui le donne devono fare ancora molta strada per la loro emancipazione, ma che rispetto a 40 anni fa è cresciuto ed è andato avanti.

L’immagine spesso che abbiamo è legata al loro volto coperto dal chador o con il foulard in testa. Ma quello che non sappiamo è che, rispetto alle foto degli anni ’70 in cui si vedono con minigonne e volto scoperto, le donne hanno conquistato molte opportunità. Ad esempio la maggioranza degli studenti universitari sono donne: in alcune facoltà hanno dovuto istituire le quote azzurre!

Antonello si è innamorato dell’Iran semplicemente andandoci.

“Mi incuriosiva la sua storia – spiega – il perché un paese che aveva vissuto l’ultima grande rivoluzione del novecento, in un momento storico in cui tutte quelle rivoluzioni avevano avuto una conclusione e anche una fase di trasformazione, sia rimasto come 40 anni fa una realtà diversa in un contesto in cui invece è cambiato tutto”.

Dopo 40 anni l’Iran è un paese diverso. Dal punto di vista demografico in primis: allora erano 35 milioni di abitanti, oggi se ne contano 82 milioni con un tasso di alfabetizzazione nettamente superiore. Dal 25% del ’79 a più dell’80% di oggi. Geo-politicamente ha inoltre tutto un altro ruolo all’interno dell’area.

“Rimane uno Stato diverso che pur avendo attraversato uno stravolgimento come quello di una rivoluzione e di una guerra durata 8 anni, oggi è una delle poche realtà stabili e forti in Medio Oriente. .- conclude Sacchetti – Un paese accerchiato che ha molti avversari e diversi nemici nella regione. Ma probabilmente è l’unico paese stabile, con una struttura statale rafforzata dalla rivoluzione perché al proprio interno ha incluso i religiosi che fino alla rivoluzione erano un po’ un corpo a se stante all’interno dello stato dello Scià”.