DiMaio ci racconta il nuovo singolo ‘Prometto’, ma anche il suo percorso musicale: un ponte tra due mondi sorprendentemente simili.

Si intitola Prometto il nuovo singolo di DiMaio, prodotto dal Maestro Carmelo Patti e che porta avanti il percorso di ricerca sonora già intrapreso dall’artista con il suo precedente album, Debut, prodotto da Dardust. Abbiamo parlato proprio con DiMaio di questo nuovo brano.

Ciao DiMaio, cosa puoi dirci di Prometto?
«Prometto è un brano scritto da un grande team di autori ed arrangiato e prodotto dal maestro Carmelo Patti. È un singolo che rappresenta una ripartenza importante per me, dopo un periodo non facile. Cercavo un brano che raccontasse l’emotività di quel momento e, quando l’ho ascoltato, ho pensato che fosse perfetto e che potesse rappresentarmi. Nel brano utilizzo il doppio registro vocale tenore e controtenore. Caratteristica che contraddistingue l’anima del mio progetto».

Nel videoclip di Prometto troviamo la partecipazione di Jago, giovane artista di fama mondiale. Cosa vi ha spinto a questa collaborazione?
«Jago è un artista straordinario. Il suo enorme talento ti travolge. Ho avuto la fortuna di conoscerlo quando ancora stava scolpendo la Pietà, mi diede l’onore di ammirare l’opera quando ancora non era terminata. Quella sera ci raccontammo i nostri percorsi, con sensibilità e tatto cercammo di entrare uno nel mondo dell’altro. Capimmo subito che tra noi c’era un energia giusta e che avremmo potuto raccontare la nostra arte unendo le forze. È stato un onore averlo al mio fianco in Prometto».

Ti senti più rappresentato dalla tua vocalità tenorile o da quella da controtenore?
«Questi due registri vocali rappresentano due anime diverse della mia vocalità, e anche due percorsi diversi. Nasco dal pop, e fin dalla giovane età ho sempre cantato con la tonalità da tenore. A 35 anni, grazie al premio Oscar Louis Bacalov, intraprendo gli studi classici che mi avvicinano al repertorio dei cosiddetti evirati, i sopranisti del ‘700. Possiamo dire che il tenore che è in me è la parte pop, ed il controtenore è l’anima classica. L’obiettivo però di questo mio progetto è quello di fondere insieme questi due mondi interiori così diversi, ma che tanto di me raccontano e mi rappresentano».

C’è un artista del mondo classico e uno del pop con cui vorresti collaborare?
«Beh, ce ne sono diversi, ma se devo scegliere due nomi ti dico Anna Netrebko e Elisa».

Stai già lavorando a nuovi singoli? Cosa dobbiamo aspettarci per il futuro?
«Con il maestro Carmelo Patti stiamo lavorando alla tracklist che comporrà l’album. Prossimamente uscirà un nuovo singolo e poi l’album, ma non posso ancora spoilerarvi altre news».

Tornerai anche ad interpretare brani più lirici?
«Non lo escludo assolutamente, anche se il progetto ora ha virato su sonorità più pop classic. Sicuramente però posso anticiparvi che ci saranno brani che rispetto a Prometto mi riporteranno ad interpretazioni più liriche».

Nel tuo primo album ti abbiamo visto collaborare con Dardust, c’è la possibilità di rivedervi insieme in qualche progetto?
«Non lo escludo. Dardust è un genio contemporaneo, astuto compositore di grande sensibilità artistica, poliedrico ed innovativo. A suo modo è presente, c’è un rapporto di affetto e stima. Mi dà sempre dei buoni consigli. Per il futuro vedremo, sarei felice di creare ancora qualcosa insieme».

Come definiresti il tuo genere musicale?
«Classic Revolution. Mi piace sperimentare, utilizzare la mia vocalità in tutte le sue sfumature, non seguire per forza dei tecnicismi e delle regole. Mi lascio travolgere da più generi musicali e dalle emozioni che vivo in quel momento creativo».

Ti piacerebbe prestare la tua voce per un ruolo di un opera classica a teatro?
«Assolutamente si, nel mio curriculum ci sono diverse esperienze teatrali ed un percorso anche come attore. Non escludo questa possibilità. Il mio sogno sarebbe cantare in un grande tempio della musica, l’Arena di Verona».