Il Messaggero

In 54mila per la prima volta di Elisa a San Siro

Il suo primo concerto a San Siro sarà difficile se non impossibile da dimenticare per Elisa Toffoli, che ha portato tutto il suo immaginario artistico sul palco del tempio della musica milanese. Quello di mercoledì 18 giugno è stato più di un evento musicale grazie all’ambizioso progetto che l’artista ha promosso con la speranza che diventi un modello di sostenibilità dell’intero settore live e non solo. “È un onore per me, ma d’altra parte mi spiace perché vorrei fosse normale fare concerti in questo modo. Anzi, non vedo l’ora che possa essere consuetudine fare concerti che abbiamo attenzione alla sostenibilità”. Così Elisa alla vigilia del concerto.

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Foto da Ufficio Stampa

Per la natura, oltre la musica

La natura, del resto, è al centro delle attenzioni dell’artista impegnata anche personalmente nella sensibilizzazione in materia di ecologia e sostenibilità. Un impegno che, proprio con San Siro, alza l’asticella anche nell’ambito live, come Elisa ha raccontato alla vigilia dello show. “Mi sento felice, grata e molto fortunata di aver lavorato con una squadra che si è impegnata da mesi per raggiungere risultati che suonano già ottimi”, spiega Elisa.

Foto da Ufficio Stampa

Una visione del mondo che passa (anche) attraverso l’immagine

Puntuale come un orologio svizzero, Elisa compare di bianco vestita al suo popolo riunitosi per la prima volta al Meazza. E il benvenuto di San Siro non si fa attendere. L’abito che indossa è già un messaggio, anzi una dichiarazione d’intenti. Firmato dal designer Tiziano Guardini, l’outfit rappresenta una visione evoluta e spirituale della moda, che si fa messaggio di gentilezza, rispetto e connessione profonda con il pianeta.

Foto da Ufficio Stampa

Foglie e fiori per una scenografia vegetale

Chitarra in braccio e voce dritta come un proiettile fin dalla prima nota, la Toffoli incanta per quasi tre ore immersa in una scenografia vegetale, tra ali di enormi e leggeri fiori bianchi e ramificazioni verdeggianti a fare da cornice. E poi fioriture colorate, onde, vibrazioni colorate che si espandono. La terra, il mare, lo spazio sono le proiezioni che fanno da sfondo abbracciando ogni esibizione portando il pubblico sempre più immersivamente in una dimensione di connessioni autentiche, radicali.

Foto di Eleonora Falso da Ufficio Stampa

Un racconto visivo tra libertà e movimento

Lo studio Ombra ha creato per Elisa un palco che è un racconto visivo, con una struttura LED semicircolare che abbraccia il pubblico, decorata da liane luminose ed edera, simbolo di un ritorno alla natura e al legame con la terra. La natura e l’ambiente sono, dunque, al centro della scena, con una struttura in legno ornata di grandi fiori e un half-pipe che richiama la passione di Elisa per lo skate, simbolo di libertà e movimento.

Foto di Eleonora Falso da Ufficio Stampa

Palco e schermi: lo spazio si fa tridimensionale

Dieci laser Atom da 42 watt dominano il palco, creando fasci luminosi che accompagnano i brani e arricchiscono gli effetti scenici, trasportando il pubblico in un’esperienza visiva onirica. E i visual dei brani combinano elementi naturali e mascherini video con fiori, alberi e piante, estendendo virtualmente la scenografia in uno spazio tridimensionale tra palco e schermi.

Foto di Eleonora Falso da Ufficio Stampa

L’acqua, origine della vita

Nei momenti intensi, come il canto maori di Nauria, i visual si concentrano sull’acqua, elemento ancestrale che invita alla riflessione e sottolinea l’origine della vita. E l’emozione di Elisa diventa quella di tutti: “Mi avete regalato un sogno. Avevo tanta paura di questo giorno, invece è la cosa più bella che mi sia capitata. Sono in paradiso”, ha dichiarato durante il concerto.

Foto da Ufficio Stampa

Per ogni abito un messaggio sociale

E dopo il look di apertura, nel secondo momento, gli abiti di Marco Rambaldi, realizzati con tovaglie e tessuti recuperati, arricchiti da Swarovski e catene di cristalli, riflettono una moda sostenibile e affettiva, con coriste che indossano capi d’archivio.

Nel terzo cambio, l’abito Nuvola di Nicolò Pasquanetti, con tessuti leggeri e trasparenti, crea un effetto etereo, in armonia con l’atmosfera poetica della performance.

L’ultimo look, ancora di Marco Rambaldi, usa centrini recuperati lavorati da sarte bolognesi, continuando il racconto di una moda etica che fonde estetica e memoria.

Foto da Ufficio Stampa

Le maschere di Carina Shoshtary

A completare il percorso visivo, le maschere create da Carina Shoshtary per Elisa e Dardust, veri oggetti d’arte realizzati con materiali non convenzionali e tecniche orafe sperimentali. Le maschere aggiungono un elemento di mistero e sogno alla scena, trasformando i volti in superfici scultoree che amplificano l’immaginario della performance.

Foto da Ufficio Stampa

Tradizione e visionarietà in scena

Musica, parole, immagini: ogni elemento ha trasformato il concerto di Elisa a San Siro in un racconto visivo che nel segno dellemozione, della sostenibilità e dellinnovazione. Senza dimenticare la connessione umana, complici anche i tanti ospiti che hanno arricchito la serata: Giuliano Sangiorgi Jovanotti, Cesare Cremonini, Giorgia e Ligabue.

Foto da Ufficio Stampa