Sebastião Salgado, tra i più grandi fotografi del nostro tempo, lascia un’eredità visiva che continua a ispirare. Il maestro è scomparso lo scorso venerdì 23 maggio, prima di poter visitare – come promesso – la sua ultima mostra in Italia, in corso al Mart di Rovereto (fino al 21 settembre) e al MUSE di Trento (fino all’11 gennaio 2026). Una promessa, quella fatta alle due istituzioni che ospitano il progetto Ghiacciai, che purtroppo non potrà essere mantenuta.

Curata da Lélia Wanick Salgado, la mostra presenta oltre 50 fotografie che catturano la bellezza fragile dei ghiacciai. Un tributo alla sua visione ecologica e poetica.

Foto Shutterstock

Sebastião Salgado (Aimorés, 1944)
Gli iceberg sono pezzi di ghiacciaio che si staccano e vanno alla deriva nel mare. Isole Sandwich Australi, 2009

© Sebastião Salgado/Contrasto

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Sebastião Salgado (Aimorés, 1944)
Gli iceberg sono pezzi di ghiacciaio che si staccano e vanno alla deriva nel mare. Tra l’Isola Bristol e l’Isola Bellingshausen, Isole Sandwich Australi, 2009

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Sebastião Salgado (Aimorés, 1944)
Ghiacciai nella Georgia del Sud, 2009

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Sebastião Salgado (Aimorés, 1944)
Il ghiacciaio Perito Moreno, Campo de Hielo, Patagonia, Argentina, 2007

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Sebastião Salgado (Aimorés, 1944)
Un ghiacciaio ai piedi del Cerro Torre, della Torre Egger e della Punta Herron, cime situate in Patagonia al confine tra Cile e Argentina, 2007

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Sebastião Salgado (Aimorés, 1944)
Un ghiacciaio che si stacca, accanto gli effetti della progressiva erosione. Ghiacciaio Grey, Campo de Hielo, Parco Nazionale Torres del Paine, Patagonia, Cile, 2007

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Sebastião Salgado (Aimorés, 1944)
Penisola Antartica, 2005

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