Beyoncé continua a dominare la scena internazionale, e questa volta lo fa tra moda e arte. Dopo aver essere stata ospite alla recente sfilata Louis Vuitton nella capitale francese, la superstar americana ha fatto tappa alla Fondation Louis Vuitton, immergendosi nell’universo artistico di David Hockney. La cantante ha, infatti, posato davanti ad alcune delle opere dell’artista britannico, protagoniste della mostra in corso fino al 31 agosto 2025.

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E la star non ha mancato di  condividere la sua visita sui social, immortalando alcune delle tele in mostra come Winter Timber (2009), che si può riconoscere in vari scatti del carosello su Instagram. Con il suo stile impeccabile, Beyoncé conferma così il suo status di icona celebra un artista che ha fatto dell’incontro tra pop e visione onirica la propria cifra stilistica.

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La mostra alla Fondation Louis Vuitton

Dallo scorso 9 aprile, la Fondation Louis Vuitton – iconico spazio progettato da Frank Gehry – ospita la più grande retrospettiva mai dedicata a Hockney, con oltre 400 opere che spaziano dai dipinti degli anni ’50 alle innovazioni digitali del 2025. Do Remember They Can’t Cancel The Spring è, infatti, un’esposizione monumentale che occupa l’intero edificio parigino trasformato in playground di Hockney, che ne ha curato ogni dettaglio con il partner Jean-Pierre Gonçalves de Lima e l’assistente Jonathan Wilkinson.

Questa mostra ha un importante significato per me, perché è la più grande che abbia mai avuto: 11 stanze nella Fondation Louis Vuitton” confessa l’artista. Il percorso si apre con opere iconiche degli anni ’50 e ’70, come Ritratto di mio padre (1955) da Bradford, e i celebri dipinti californiani, tra cui A Bigger Splash (1967) e Ritratto di un artista (Piscina con due figure) (1972). Quindi, la natura prende il sopravvento negli anni ’80-’90, con A Bigger Grand Canyon (1998), e si evolve negli ultimi 25 anni, trascorsi tra Yorkshire, Normandia e Londra.

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Nella Galleria 5, May Blossom on the Roman Road (2009) esplode in un tripudio primaverile, mentre Bigger Trees near Warter (2007), prestato dalla Tate, cattura un paesaggio invernale maestoso. La serie 220 for 2020, creata su iPad, e i dipinti acrilici della Galleria 6, con cieli vibranti che richiamano Van Gogh, celebrano le stagioni con pennellate vive.

Ritratti, tecnologia e riferimenti storici

La Galleria 4 ospita, quindi, circa 60 ritratti di amici e parenti, accanto a fiori su iPad, mentre la Normandia domina le Gallerie 5-7 con paesaggi e La Grande Cour (2019), un panorama di 24 disegni a inchiostro ispirato all’arazzo di Bayeux. All’ultimo piano, The Great Wall (2000) apre un dialogo con il Quattrocento, includendo influenze da fra Angelico, Claude Lorrain, Cézanne e Picasso. Lo studio di Hockney si trasforma in una sala da ballo (Galleria 9), dove musicisti e ballerini animano l’atmosfera, mentre la Galleria 10 offre una creazione polifonica con 59 Studio, immersiva e musicale.

David Hockney

Infine, l’ultima sala (Galleria 11) è un’intima conclusione, con opere recenti dipinte a Londra dal luglio 2023, come After Munch: Less is Known than People Think (2023) e After Blake: Less is Known than People Think (2024). Qui, astronomia, storia e spiritualità si fondono, culminando nell’ultimo autoritratto di Hockney. Un’esposizione che celebra la vitalità dell’arte e la resilienza della primavera, in linea con l’eredità Louis Vuitton.

Immagini da Ufficio Stampa / In copertina: David Hockney, Winter Timber, 2009

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