Un vinile realizzato con i suoni della montagna: Klaus racconta il progetto ‘NXT’ per Salewa. «Il limite è accelerazione».

Un vinile con tre tracce realizzate con suoni campionati in montagna: il titolo è NXT e a realizzarlo è Klaus (Tudor Laurini) per il lancio della nuova collezione omonima di Salewa. Il brand altoatesino di riferimento per l’outdoor e il celebre creator e artista si sono uniti per trasformare l’esperienza all’aria aperta in una colonna sonora e per raccontare la montagna in modo democratico e contemporaneo Le tracce presenti all’interno del vinile saranno disponibili su tutte le piattaforme.

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NXT, un vinile per Salewa: intervista a Klaus (Tudor Laurini)

Come nasce il progetto del vinile NXT?
«In modo molto naturale. Da più di 10 anni racconto attraverso video e canzoni storie che mi hanno accompagnato, viaggi, esperienze, avventure. Per tanto tempo mi sono concentrato sulla parte video, sfruttando i filmati per raccontare la mia vita e i miei ricordi, le mie avventure in montagna. Cose anche molto leggere, dove non c’era un piano editoriale. Ero un ragazzo che, con il telefono, scriveva un diario. Questo mi ha spinto a voler raccontare storie, che è la cosa che mi emoziona e piace alle persone che mi seguono. I primi video in montagna erano un po’ tecnici. Quando ho iniziato a raccontare le persone, il rifugista o il padre di un ragazzo che mi accompagnava sempre, ho capito che riuscivo a trasmettere cosa fosse davvero la montagna».

Una sfida, immagino.
«Sì, anche perché da romano non sono montanaro. Da piccolo andavo spesso in montagna, ma avvicinandomi a Milano per lavoro sono riuscito ad andare in montagna tutti i week end e mi si è aperto un mondo. Ciò che la montagna mi dava, rispetto a ciò che la città mi toglieva, era tanto. Da lì ho avuto l’idea di condividere l’aspetto psicologico che io e tanti giovani possiamo affrontare. Avevo letto in un libro di quanto le persone in natura abbiano un modo di relazionarsi e di approcciarsi alle cose in modo diverso. L’esempio era che, per studiare un elefante, non devi andare allo zoo ma nel suo ambiente. La ricerca interiore su me stesso in città è come quella su un elefante in uno zoo. È interessante riflettere in ambienti più naturali, vengo contaminato meno e sono più puro».

Il lavoro di campionamento dei suoni di montagna

È una montagna più romantica. E l’archivio di suoni come è nato?
«Ho sempre cercato di fare anche musica. Nei miei viaggi, faccio tante foto e riprendo sempre i suoni di ciò che mi circonda. Sul telefono ho un archivio di tanti suoni che mi hanno incuriosito. Ora sono diventati una palette delle mie canzoni che partono da rumori che hanno una storia. Possono essere suoni naturali o di natura morta. Sto ad esempio lavorando ora su progetti con il sound dell’abbattimento degli alberi. Non mi sentirei di esprimere dei messaggi, ma cerco di raccontare un problema senza critiche, con contenuti di intrattenimento».

L’incontro con Salewa quando avviene?
«Faccio parte di un gruppo di persone che, per Salewa, fanno contenuti. Non siamo professionisti della montagna. Io voglio trasmettere l’approccio alla montagna nella sua bellezza, non nella parte competitiva o di sfida, di risultato. Voglio parlare di ciò che mi ha sempre emozionato. Nei primi contenuti per Salewa c’ero io che facevo l’autostop, conoscevo persone, davo questa prospettiva: la mia visione. Poi un anno fa c’è stato un summit per presentare in anteprima NXT. In tre giorni ho campionato tanti suoni durante varie gite. Non erano propriamente gite ad alta quota, volevano portarci in un ambiente diverso. Ho campionato tanta acqua, le papere e la pioggia. E questa casetta di legno in cui ho preso tanti suoni per portarmeli a casa».

Un lavoro di contaminazione

È nata in quei giorni l’idea dei brani per NXT?
«Sì, la prima idea era quella di fare la canzone per il video della campagna NXT. Quando ho avuto questa opportunità, ho ripreso i suoni registrati in quelle date e con quelli sono partito. Li ho buttati insieme per vedere dove potevano stare e persino il suono della papera ha trovato il suo spazio. È stato un lavoro molto bello. Ho voluto raccontare questo mondo della collezione NXT. Mi sono ispirato ai designer dei capi e al regista, Achille Mauri, con cui son stato onorato di poter lavorare. Non è stato un lavoro isolato, ci siamo contaminati ed è una cosa rara in questo mondo. Mi ha lasciato tanto. La canzone l’ho perfezionata e la settimana scorsa l’ho suonata anche dal vivo».

Il packaging e il processo creativo

Wanderlust ha curato anche il packaging, di quello cosa puoi dirmi?
«È stato un lavoro molto bello, di squadra. A me piace molto lasciare una traccia anche fisica. Cerchiamo sempre di lasciare una piccola sfumatura. Il team di Milano ha curato la parte della direzione artistica e della cartotecnica, perché il vinile ha richiesto la tecnica della trasparenza».

Come hai lavorato poi in studio per le tracce? Hai aggiunto qualcosa?
«Ho fatto le prime canzoni guardando la moodboard di Achille, che è molto da artista. Non è piena di foto, ma ti porta in un immaginario. Ho cercato di avvicinarmi a quell’immaginario. Tuttavia, quando hanno girato il video, mi sono accorto che mancavano nella mia canzone alcuni elementi. Come la roccia e l’elemento minerale. Guardando le immagini e parlando con lui, ho reintrodotto altri suoni miei di altre gite. Ci sono i suoni dei sassi campionati alle Torri del Vajolet: i suoni arrivano da quelle zone, sono sempre a km 0».

NXT, il vinile di Klaus per Salewa

Come si è arrivati da una traccia a un vinile vero e proprio?
«La traccia del video era fatta ad hoc per la campagna. Eravamo soddisfatti e, visto che avevamo prodotto un vinile, abbiamo pensato di sfruttare i 20 minuti di spazio. In un paio di giorni di sessione, abbiamo raggruppato tutti i suoni per fare la copertura di 19 minuti. Ho fatto una intro e un’outro. Poi ho creato altre canzoni. Ci sono due tracce più d’ambiente, più meditative. Una più forte che è un fritto misto, un’accozzaglia: in Kislevitz nessun suono è stato eliminato. Mi divertiva avere una canzone più movimentata e più after movie GoPro. Ho cercato di mettere tutto nel vinile: la soundtrack di un momento di riflessione, una per la salita con i poli-ritmi che andasse fuori dalla concezione del tempo e del ritmo. E poi c’è stata una ricerca delle canzoni che mi porto in montagna».

Hai lavorato sugli stati d’animo.
«Perché ho cercato di metterli tutti. Ho lavorato tanto perché c’era l’esigenza di non far uscire un vinile di 2 minuti, ma di arricchire la storia. La canzone NXT è un momento epico, ma in generale mi sono ispirato alla nona di Beethoven che ha 20 minuti tosti. Volevo vedere la canzone NXT come la vetta e, prima, una lunga progressione e una lunga meditazione. Come se fosse un viaggio a sua volta».

L’anima pura della montagna

Cosa ti ha stupito di questo lavoro?
«In questo periodo sono molto concentrato sugli strumenti analogici. Sto nel mio momento nerd che spero finisca presto, perché è un tunnel. Eppure, più ci sto dentro e più mi stupisco per i suoni che porto dalla montagna o dalla natura in generale. Mi stupisce che, con gli strumenti che ho, non mi avvicino mai a una qualità audio simile a quella che campiono da solo col mio telefono. Senza tecnologie costose. Sarà inesperienza, ma non posso replicare i suoni con le macchine. Ero costretto a fare quasi tutto solo con i suoni organici, ma ho scoperto il vantaggio di usare solo quei suoni. È un esperimento che mi ha portato a pormi un limite, che alla fine si è rivelato un’accelerazione».

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Cosa rappresenta il disegno della cover del vinile?
«È la vetta dell’Ortles, alta 3905 metri, come il titolo di una canzone dell’album. È un’immagine che ho visto tagliata a mano tante volte».

E la montagna cosa rappresenta per te?
«È un ambiente dove viene a galla la mia parte umana, che mi aiuta ad esprimermi sia nei video che nella musica. C’è una parte anche sportiva che mi piace, come la fatica. In passato però ero più legato a voler fare le montagne, oggi sono più curioso di conoscere persone e andar con loro in montagna. Ho conosciuto tanti alpinisti che mi hanno accompagnato. Amo le tematiche e il modo in cui ci si confronta in montagna, c’è un punto di vista più puro e gentile».

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