L’erotismo nei fumetti ieri e oggi e la collaborazione con Mirka Andolfo: la nostra intervista a Arthur De Pins.
Al Comicon di Napoli, abbiamo avuto la possibilità di scambiare due chiacchiere con Arthur De Pins, maestro della bande dessinée e dell’animazione. Di Arthur De Pins, Star Comics ha da poco pubblicato Il chiodo fisso, un capolavoro del fumetto erotico che esplora le relazioni senza vergogna e senza tabù, in un’edizione curata dalla regina italiana di questo genere, Mirka Andolfo, che sarà presente al festival. Una ri-edizione che mostra il talento di De Pins, ma anche come e quanto la sessualità e le sue interpretazioni siano cambiate negli ultimi decenni.
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Cosa ha significato per te rimettere mano e rileggere Péchés mignons (Il chiodo fisso), considerato ormai un vero capolavoro?
«Sono trascorsi quasi vent’anni, quindi sì, parliamo di un bel po’ di tempo fa. Ti risponderei che non lo so. Tanta gente mi chiede È rilevante ancora oggi?, Cosa pensa la Gen Z di questo libro?. Ovviamente oggi io appartengo alla generazione precedente e la risposta è che non lo so».
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Non sei riuscito a farti un’idea?
«In realtà non ho così tanti feedback e non posso sapere se è ancora divertente. Credo sia divertente per la mia generazione, ma il mondo è cambiato tantissimo negli ultimi anni. Quindi non lo so, dovrei chiedere a qualcuno di più giovane per capire cosa ne pensino davvero i ragazzi di oggi».
Sei al Comicon, che effetto fa?
«Sono onorato e molto felice di far parte del Comicon e anche di essere stato invitato».

E com’è stato lavorare con Mirka Andolfo?
«È stato eccezionale. Conoscevamo i lavori l’uno dell’altra. E, in realtà, tutto è iniziato proprio perché lei mi ha chiesto di realizzare una cover di Sweet Paprika, cosa che ho fatto. È stato molto divertente perché mi è piaciuto tantissimo lavorare al suo personaggio. In seguito, non sapevo sarebbe successo, ma ha realizzato una cover per Péchés mignons. Fa ridere, perché nella sua cover l’eroe è bloccato in un mare di tette. Feci esattamente lo stesso tipo di cover per la versione integrale di Péchés mignons dieci anni fa. Abbiamo avuto la stessa idea a dieci anni di distanza. È la conferma che il pubblico italiano è perfetto per Il Chiodo Fisso».
A proposito di sessualità, credi che oggi ci sia più libertà o più conformismo?
«Credo che oggi ci sia ancora libertà, ma che le persone non mostrino e non parlino di sesso per le stesse ragioni. Quando ero più giovane, un adolescente, ero solito comprare un magazine francese su cui apparivano fumetti con seni e donne nude. All’epoca era rilevante, perché era punk, alternativo, contro la moralità. Era qualcosa di cui avevamo bisogno. Oggi è completamente diverso: quando realizzi un fumetto, credo che se parli di sesso è per sottolineare istanze sociali, comportamenti. Non solo per divertimento o per piacere».
Cosa cambia per un autore?
«Oggi molti autori che disegnano donne nude, persino io, a volte ricevono messaggi critici. Come hai osato disegnare una donna nuda?, come se fosse blasfemia. Mi accusano di essere la causa del problema. Io rispondo che non sono la causa, semplicemente disegno ciò che voglio. Anche i personaggi de Il Chiodo fisso non sono pornografia. È un’opera leggera, quasi erotica. Eppure, anche in quel caso i giovani hanno paura e lo vedono come un problema. Per rispondere alla tua domanda: la libertà è la stessa, ma se parli di sesso devi spiegare perché e deve avere uno scopo».