Giorgio Vanni a Lucca Comics: «Un inno alla creatività, alla fantasia e all’amore per la vita»

Presenza affezionata anno dopo anno, Giorgio Vanni è tornato a Lucca Comics & Games anche nell’edizione 2025, con una serie di appuntamenti speciali e alcune novità assolute. Proprio nella città toscana, infatti, l’artista ha presentato Onda Energetica, progetto nato dalla collaborazione con Dj Matrix, prodotto da Max Longhi e Daniel Tek.

Inoltre, per celebrare il primo anno della raccolta delle sigle più amate del duo Vanni–Longhi, Sony Music Italy ha presentato anche Uno di noi – Tour Edition, nuova variant a tiratura limitata con copertina inedita e colorazione esclusiva. Una vera chicca per collezionisti e fan di lunga data, con dentro tutte le sigle cult da cantare a squarciagola: da Dragon Ball a Pokémon, da Detective Conan a Beyblade.

Lucca Comics & Games è ormai uno dei palcoscenici più iconici per la cultura pop italiana, e non solo. Cosa rappresenta per te questa fiera e che tipo di energia ti trasmette incontrare dal vivo un pubblico così intergenerazionale?
Lucca Comics per me è come Sanremo… ma con una differenza fondamentale: non devo gareggiare, e sul palco ci sono solo io! È un evento che ha una risonanza enorme, un’eco potentissima. L’energia che si crea quando mi esibisco lì è qualcosa di unico. Non sto a pensare troppo, guardo i sorrisi delle persone e sento un affetto grandissimo che arriva da pubblici di almeno tre generazioni diverse.

Lucca per me è anche un palcoscenico simbolico, perché è stato il primo luogo in cui mi sono reso davvero conto dell’impatto che le mie canzoni – scritte con Max Longhi e Alessandra Valeri Manera – hanno avuto e continuano ad avere sul pubblico. È lì che ho percepito per la prima volta, in modo fortissimo, quanto quello che abbiamo creato abbia toccato il cuore di tante persone.

Lucca è anche un luogo dove fumetto, musica, gaming e immaginario si fondono. Quanto pensi che eventi come questo contribuiscano a valorizzare la creatività e l’immaginazione dei ragazzi, che spesso proprio qui scoprono nuove passioni artistiche?

Eventi come Lucca Comics stanno crescendo sempre di più, non solo in Italia ma in tutto il mondo. È bellissimo vedere come videogiochi, fumetti, musica e animazione stiano vivendo un momento così forte. Credo che questo accada anche perché i ragazzi, oggi più che mai, sentono il bisogno di evadere dalla brutalità e dall’odio che spesso caratterizzano questa epoca.

E Lucca, come altri festival simili, rappresenta proprio l’opposto: un inno alla creatività, alla fantasia, all’amore per la vita e per le passioni. Dal punto di vista più concreto, manifestazioni come questa riescono davvero a stimolare la curiosità e la voglia dei ragazzi di mettersi in gioco in campi artistici diversi. Dal disegno all’animazione, dalla musica al game design.

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Onda Energetica nasce dall’incontro con DJ Matrix: due mondi musicali diversi, ma accomunati da ritmo e ironia. Com’è nata questa collaborazione e cosa vi unisce artisticamente?

In realtà i nostri mondi musicali non sono poi così distanti. Le sigle dei cartoni animati che ho realizzato con Max Longhi e il mondo di DJ Matrix condividono lo stesso spirito: ritmo, melodia e leggerezza. Matrix stesso ha sempre detto di essere stato ispirato dal nostro modo di scrivere e dal mondo delle sigle, di cui è un grande fan fin da bambino.

La collaborazione è nata proprio così: lui ci ha contattato facendoci ascoltare Supereroi, che all’epoca non era ancora completa. L’abbiamo finita insieme, e da lì è partita un’avventura bellissima. Il brano ha avuto un successo enorme – oggi ha superato milioni di streaming – e ci ha spinti a continuare a lavorare insieme. Tra noi c’è una stima reciproca molto forte. DJ Matrix è un vero genio della dance e della melodia. E al tempo stesso porta con sé quella passione sincera per il mondo delle sigle che ci accomuna fin dall’inizio.

Questo progetto mescola nostalgia e sonorità attuali. Come si costruisce una canzone che riesca a parlare ai fan storici e alle nuove generazioni allo stesso tempo?

Oggi si parla tanto di sonorità nostalgiche perché, in effetti, c’è una forte tendenza a guardare agli anni ’80 e ’90. Ma quando componiamo io e Max seguiamo semplicemente il nostro gusto, nasce tutto in modo naturale. I nostri fan di lunga data continuano a seguirci con grande affetto, mentre i ragazzi più giovani si avvicinano alla nostra musica non per nostalgia, ma perché piace loro davvero.

Molti rapper e trapper, per esempio, sono cresciuti ascoltando le sigle dei cartoni animati e lo dicono apertamente: quella musica fa parte del loro immaginario. Quindi no, non c’è un piano preciso: io prendo la chitarra, canto, seguo la mia natura. Poi insieme a Max, DJ Matrix e Daniele Cuccione – che da qualche anno collabora strettamente insieme a noi – completiamo i pezzi in base al nostro istinto. Forse il fatto di appartenere a generazioni diverse – io e Max da una parte, Matrix dall’altra – crea un equilibrio che ci permette di realizzare brani che piacciono tanto a chi ci segue da sempre quanto ai ragazzi di oggi.

C’è un aspetto artistico nelle sigle che pensi non sia stato ancora del tutto riconosciuto dal mondo della musica “ufficiale”?

Per molto tempo le sigle dei cartoni animati sono state considerate una forma di musica “di serie B”. I musicisti più tradizionali tendevano a snobbarle, come se appartenessero a un mondo minore. Ma oggi non è più così, per fortuna. Negli ultimi anni questo tipo di musica è stato completamente sdoganato: molti artisti di grande livello – da Gianluca Grignani a Francesca Michielin, e tanti altri – riconoscono pienamente il valore delle sigle, non solo per il loro impatto culturale ma anche per la loro qualità musicale.

Una ventina d’anni fa, magari, c’era ancora chi le guardava con sufficienza; oggi invece tanti musicisti e compositori hanno cambiato idea, e non pochi ammettono che avrebbero voluto scriverne una. Non solo per i diritti d’autore (che certo, aiutano!), ma perché si rendono conto che molte sigle sono vere e proprie canzoni pop. Con melodie forti, testi curati e una solidità musicale che regge benissimo il confronto con la discografia “ufficiale”. Insomma, oggi le sigle dei cartoni animati fanno parte a pieno titolo della serie A della musica italiana.

Immagini da Ufficio Stampa