Roma è la città d’origine di Artemisia Gentileschi: seguiamo le sue orme, le prime suggestioni e le opere conservate nella Capitale.

Nata a Roma nel 1593, Artemisia Gentileschi deve molto alla città che ha ospitato gli anni della sua formazione. Teatro del processo contro Agostino Tassi, che la violentò tra le mura domestiche, ma anche delle sue nozze con Pierantonio Stiattesi, Roma all’epoca era una città viva, popolata dal talento di Caravaggio e da opere che abbellivano le sue antiche chiese.
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Tra i vicoli del centro, Artemisia si lasciò ispirare e diede vita alle sue prime pennellate, prima di partire per Firenze, Napoli, Venezia e altre lontane città. Quello che vi proponiamo qui è proprio un itinerario tra i luoghi della prima arte di Artemisia Gentileschi, gli spazi romani e giovani della sua vita, con deviazioni per ammirare le opere della pittrice conservate nella Capitale.
Artemisia Gentileschi, i primi luoghi a Roma: la Basilica di San Lorenzo in Lucina
Non si hanno notizie certe sui primi anni di vita di Artemisia Gentileschi. C’è chi sostiene che fosse nata in via di Ripetta. In realtà – stando all’opera di Ward Bissell, riportata dal Dizionario Biografico degli Italiani dell’Enciclopedia Treccani – pare che, nei primi anni della sua esistenza, abitasse in via Paolina (l’attuale Via del Babuino). Seguendo le orme più del padre Orazio, all’inizio del 1611 – dopo la morte della madre – Artemisia si trasferì prima a via Margutta, poi in via della Croce e ancora, nel 1612, in Borgo Santo Spirito.
Tra dubbi e possibilità, non ci resta che iniziare il nostro itinerario da quest’area ormai più che celebre della Capitale. Sappiamo ad esempio che la pittrice fu battezzata nella Basilica di San Lorenzo in Lucina, edificata nel IV secolo e poi più volte modificata e restaurata.

La basilica contiene dipinti pregiatissimi, in qualche modo legati alla pittrice: c’è, ad esempio, il Crocifisso di Guido Reni, contemporaneo ad Artemisia. Vi troviamo anche – nella cappella di San Carlo Borromeo – San Carlo porta in processione il chiodo della croce (1618) di Carlo Saraceni, discepolo di Caravaggio.
Via Margutta e dintorni: botteghe e arte
Dopo aver visitato la chiesa, percorrete via del Corso e poi via Vittoria per arrivare a via Margutta, dove più probabilmente sorgeva la casa-studio di Orazio Gentileschi, padre di Artemisia. Come sostiene il volume Artemisia (Scripta Maneant) di Asia Graziano «le testimonianze dei vicini la descrivono spesso affacciata alla finestra della casa di famiglia, nel cuore del distretto degli artisti, tra Piazza di Spagna e Piazza del Popolo».
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E del resto via Margutta è tuttora l’anima artistica di Roma, cuore pulsante delle botteghe romane. Qui potete girare liberamente e perdervi tra le vie, le gallerie d’arte, le suggestioni. Percorrete poi via del Babuino fino a Piazza di Spagna, luogo presumibilmente molto frequentato dalla pittrice.
Il Casino delle Muse e Palazzo del Quirinale: Artemisia, Orazio e Agostino Tassi
Vi aspetta ora una passeggiata di una ventina di minuti: prendete via dei Due Macelli, svoltate in via in Arcione e poi ancora in via della Panetteria. Arrivate alla salita di Montecavallo fino al Casino dell’Aurora Pallavicini Rospigliosi: è questa la vostra prossima tappa. Il Casino dell’Aurora è noto per l’affresco di Guido Reni, ma a noi interessa sottolineare che presso il Casino delle Muse resistono gli affreschi realizzati da Orazio Gentileschi e Agostino Tassi: figure femminili musicanti in una loggia architettonica illusionistica.
L’incontro tra Orazio e Agostino avvenne probabilmente prima di questo lavoro, così come la violenza ai danni di Artemisia. Al processo, anche per questo, il lavoro al Casino delle Muse fu cruciale perché dimostrava (apparentemente) i rapporti sereni tra i due artisti. Non è nostra intenzione entrare nel merito di quello che all’epoca fu un caso mediatico seicentesco, ma è bene sottolineare che in un dettaglio della volta Orazio ritrae proprio la figlia, impressa ad imperitura memoria tra le volte dell’edificio.
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A questo punto, potete anche esplorare il Palazzo del Quirinale: fu costruito a partire dal 1573 e tantissimi artisti italiani furono chiamati a contribuire. Tra questi, anche Orazio Gentileschi: sempre secondo il volume di Asia Graziano, Artemisia venne ad ammirare le opere del padre accompagnata da quest’ultimo e da Cosimo Quorli.
Le opere di Artemisia Gentileschi a Roma
Proseguiamo. Percorrete via del Quirinale e svoltate in via delle Quattro Fontane: il vostro obiettivo è la Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Barberini. È infatti arrivato il momento di ammirare un po’ di opere di Artemisia Gentileschi, o almeno le poche conservate a Roma. A Palazzo Barberini troverete Autoritratto, dipinto probabilmente da Artemisia Gentileschi a Napoli tra il 1630 e il 1638.
Vi aspetta ora una lunga passeggiata: circa 30 minuti di cammino fino alla Galleria Spada, che vi consigliamo di percorrere passando davanti a bellezze come il Pantheon e la Fontana di Trevi. Presso la Galleria Spada troverete il David con la testa di Golia di Orazio Gentileschi e ben due opere di sua figlia Artemisia: la Madonna che allatta il Bambino e la Santa Cecilia.

Potete ora concludere il nostro itinerario con un’altra (lunghissima, circa 30 minuti) passeggiata fino alla Chiesa di Santo Spirito in Sassia, dove Artemisia si sposò con Pierantonio Stiattesi, due giorni dopo la sentenza del processo contro Agostino Tassi (il 29 novembre 1612). In seguito, la pittrice andrà a Firenze anche per allontanarsi da una città che l’aveva già precocemente segnata. Tornerà spesso a Roma ed è ovvio che i luoghi della città non finiscano qui: potete ad esempio allungare il percorso vistando la Basilica di Santa Maria del Popolo (chiesa parrocchiale della pittrice) e la Chiesa di Santo Onofrio al Gianicolo, che Artemisia frequentava per la Messa.
Con la consapevolezza che inseguire l’anima e le orme della Gentileschi – sempre curiosa e variopinta – vi porterà ancora più lontano.
Foto: Shutterstock