Reale e astratto, classico e tecnologico si incontrano (e si fondono) nell’arte di Quayola, in mostra a Palazzo Cipolla a Roma.

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Dal 29 settembre, a Palazzo Cipolla a Roma, sarà possibile visitare Re-Coding, la mostra di Quayola. Originario proprio della Capitale, Davide Quayola basa la sua espressività e le sue opere (nota come media art) sulla contaminazione tra arte figurativa e tecnologia.

Quayola

Una nuova frontiera che esplora due forze opposte: da un lato il reale, dall’altro l’artificio. E, nello stesso tempo, nelle opere di Quayola si incontrano il vecchio e il nuovo, il figurativo e l’astratto. La mostra a Palazzo Cipolla sarà la sua prima esposizione monografica e offrirà ai visitatori un itinerario immersivo nella splendida cornice dell’edificio. È il contenitore perfetto per la commistione tra classico e tecnologico, che è poi la natura stessa della media art di Quayola. I lavori in mostra sono stati realizzati tra il 2007 e il 2021 e si suddividono in tre aree tematiche. Iconografia classica, sculture non terminate e la tradizione della pittura paesaggistica.

Quayola

Il fil rouge di ogni singola opera è l’integrazione di sistemi robotici e intelligenza artificiale (oltre che di software) che permettono all’artista di creare tele uniche al mondo. Lo stesso concetto di arte trova una sua metamorfosi con la commistione inedita tra tecniche di natura classica e composizioni digitali estremamente complesse. Non si tratta però di de-umanizzazione trainata dalla tecnologia, ma di un nuovo modo di esplorare le nuove frontiere dell’arte, focalizzandosi sul processo più che sulla composizione in sé. La tecnologia diventa così un mezzo – ma anche una nuova forma espressiva – per realizzare nuovi mondi visionari, in cui le definizioni si perdono nel confronto tra ciò che conosciamo e ciò che potremmo imparare a conoscere.