Murujuga, il più grande sito di arte rupestre al mondo è ora Patrimonio UNESCO

Per chi in estate o nei prossimi mesi ha scelto di esplorare l’Australia, c’è un nuovo sito imperdibile da aggiungere al proprio itinerario. Il Paesaggio Culturale di Murujuga, situato nel remoto Pilbara, a nord-ovest del Western Australia, è stato ufficialmente riconosciuto come Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO.

LEGGI ANCHE: Mostre Parigi 2025: la guida alle mostre da non perdere in estate

Con questo riconoscimento, l’Australia celebra il suo 21° sito UNESCO, ma soprattutto restituisce valore a una delle collezioni d’arte rupestre più straordinarie e antiche del pianeta.

Un milione di incisioni su rocce di 2,7 miliardi di anni

Murujuga ospita oltre un milione di incisioni rupestri, alcune delle quali risalenti a più di 45.000 anni fa. Tra i soggetti incisi nella pietra compaiono figure umane, simboli spirituali, scene di caccia e persino animali oggi estinti, come la tigre della Tasmania.

Le incisioni si trovano su rocce ignee antichissime, vecchie di 2,7 miliardi di anni. Gli artisti aborigeni realizzavano le immagini rimuovendo lo strato superficiale rosso-bruno (ossido di ferro) per far emergere l’argilla chiara sottostante. Il risultato è un contrasto cromatico che ancora oggi rende queste opere straordinariamente leggibili.

Nel sito sono stati identificati 2.500 luoghi di rilevanza archeologica, tra cui cave, accampamenti e cumuli di conchiglie, testimonianza della lunga e continua presenza umana nella zona.

Un patrimonio a rischio tra arte e sviluppo industriale

Nonostante il riconoscimento UNESCO, Murujuga resta al centro di un vibrante dibattito politico. L’area, in particolare la penisola di Burrup, è stata a lungo oggetto di sviluppo industriale. Secondo alcune stime, tra il 1963 e il 2006 circa il 24,4% delle incisioni rupestri presenti sarebbe andato perduto a causa di attività estrattive e infrastrutture (secondo il governo australiano, la percentuale è più bassa e meno definita, anche per mancate stime del patrimonio nella sua totalità). Il monitoraggio più recente indica – ad ogni modo – che non ci sono danni in corso dovuti all’inquinamento atmosferico.

Dal 1969, associazioni come l’International Federation of Rock Art Organizations denunciano pubblicamente i rischi legati alla conservazione dell’arte rupestre australiana. Il riconoscimento UNESCO, se da un lato è un traguardo storico, dall’altro rappresenta anche una sfida per la tutela futura.

Il sentiero Ngajarli e la visione delle comunità aborigene

Nel 2020 è stato completato il Ngajarli Trail, un percorso attrezzato di 700 metri all’interno del Murujuga National Park. Il progetto è nato dalla collaborazione tra le comunità tradizionali e il governo australiano, con l’obiettivo di valorizzare il sito senza comprometterne l’integrità.

Il Murujuga Aboriginal Corporation ha dichiarato di voler ampliare e migliorare i servizi per i visitatori, per aiutarli a comprendere appieno il significato culturale profondo di questo paesaggio sacro.

Murujuga: dove la roccia racconta l’anima del mondo

Visitare Murujuga significa trovarsi davanti a una delle espressioni più antiche dell’immaginazione umana. È un viaggio dentro il tempo, dove ogni segno inciso sulla pietra è memoria, spiritualità e sopravvivenza.

Un’arte che non solo racconta la storia del continente australiano, ma ci interroga sul nostro rapporto con la terra e sul senso del patrimonio culturale.

Per maggiori informazioni: Australia.com

Foto: UNESCO/Ufficio Stampa