Insetti innamorati, uccelli acrobati e oche irresponsabili: la natura più inaspettata è protagonista di ‘Underdogs’, la nuova serie di National Geographic su Disney+ narrata da Ryan Reynolds. Ne parliamo con El Paish, regista e assistente produttrice, tra cineprese impossibili, estetica pop e nuovi pubblici da coinvolgere.

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Non tutti gli animali sono destinati ad essere protagonisti: oltre i celebratissimi leoni e panda, il regno della natura vanta insetti o volatili di cui spesso non si parla. Eppure, sono proprio le specie che hanno più sorprese da riservare a noi esseri umani. National Geographic – nella nuova serie su Disney+ disponibile dal 16 giugno – li chiama Underdogs, letteralmente gli sfavoriti, e li racconta e omaggia attraverso una narrazione affidata nientemeno che a Ryan Reynolds. Il risultato sono cinque episodi divertentissimi e informativi, che vi faranno scoprire strani rituali romantici o – addirittura – superpoteri nascosti.

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(National Geographic/Jason Isley)

Underdogs su Disney+: intervista a El Paish

A parlarcene è El Paish, Assistente Produttrice e Regista, a cui chiediamo subito delle riprese incredibili di questi cinque episodi. «Abbiamo notato che, quando usciamo e filmiamo questi animali, ci sono così tanti comportamenti divertenti, esilaranti e strani che non finiscono mai nei tradizionali documentari naturalistici. – ci dice – Cercavamo un modo per poter mostrare questo materiale perché è la realtà di ciò che accade in natura. È quello che vediamo sempre, ma non necessariamente arriva agli spettatori». Perché, dunque, non portare sullo schermo le oche facciabianca e la loro discutibile genitorialità o l’indistruttibile tasso del miele?

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«Hanno proposto – continua El Paish – un documentario di storia naturale a Ryan Reynolds e al suo team di produzione Maximum Effort e, fortunatamente per noi, erano a bordo fin dall’inizio. A nostra insaputa Ryan Reynolds è un grande fan di Nat Geo. Dice, e cito, che ha finito tutto su National Geographic con i suoi figli. In termini di sviluppo dello show, per le storie, i personaggi e lo storytelling abbiamo sempre avuto in mente la voce di Ryan e ciò ha davvero contribuito a dare forma alla serie».

(National Geographic/Karl Davies)

Riprese incredibili e reali (non IA)

Veniamo proprio alle immagini incredibili di questi cinque episodi. Bellissime, tanto da dubitare che siano reali. «Molte persone mi hanno detto che è così bello che hanno pensato che potesse essere IA. – dice El Paish – Ma tutto è assolutamente reale. E ci è voluto molto, una grande squadra di persone di grande talento, per portarlo sui vostri schermi». «Ogni ripresa – continua – indipendentemente dal fatto che si tratti di insetti o di animali più grandi, richiede mesi e mesi di sforzi. Bisogna parlare con gli scienziati, confrontarsi con i talentuosi cineasti con cui lavoriamo per essere sicuri di essere nel posto giusto al momento giusto con l’attrezzatura giusta».

Ci sono tante macro-sequenze (soprattutto per gli insetti piccolissimi) che hanno richiesto corpi macchina «di fascia alta» e «lenti macro specialistiche». Ovviamente, hanno aiutato anche «direttori della fotografia fantastici nell’illuminazione». «In questo modo potete davvero vedere il mondo e apprezzarlo in un modo impossibile per il nostro occhio umano», sentenzia El Paish. C’è anche un grande lavoro di ricerca sul posto. «Per esempio – racconta l’assistente – la sequenza dell’oca facciabianca, dove i pulcini saltano dalla scogliera: logisticamente quella ripresa era incredibilmente difficile, perché sono in una posizione molto remota e in un ambiente molto duro. All’improvviso si vede una grande inondazione e valanga. È totalmente reale! È stata una situazione piuttosto spaventosa».

(National Geographic/George Cawdron)

Un altro esempio calzante è l’uccello combattente (nell’episodio Unusual Suspects). «Gli uccelli trampolieri che abbiamo filmato in Finlandia – dice El Paish – hanno quattro sessi genetici completamente distinti e vantano tre diversi tipi di maschi. Il comportamento che volevamo filmare avviene in meno dell’1% della popolazione maschile. È già un maschio molto raro e il suo comportamento, come se non bastasse, è ancora più raro da osservare. Siamo riusciti a catturarlo quando ci restavano solo due o tre giorni di riprese. Non pensavamo che sarebbe successo».

Underdogs: post-produzione e grafica unica

A tutto ciò si aggiunge un enorme lavoro di post-produzione, che rende Underdogs una serie unica, anche per gli standard di National Geographic. «Penso che uno dei grandi vantaggi di avere una visione meno seria sia il fatto di averci permesso davvero di esplorare diversi stili nell’editing. – ci dice El Paish – Ogni episodio ha il suo stile molto distinto. Abbiamo i SuperZeroes con il loro fumetto, i Genitori Terribili con una grafica anni ’50. Per Sexy Beasts abbiamo le varie fasi della relazione e il karaoke con Michael Bolton. Unusual Suspects è un film su una rapina, mentre Total Grossout si basa su un gioco a 8 bit degli anni ’80. Ci aiuta a raccontare storie che non potevano essere raccontate in un formato tradizionale».

(National Geographic/George Woodcock)

E, soprattutto, che potrebbero avvicinare un pubblico diverso. «Speriamo giovani adulti – dice l’Assistente Regista – che spesso non vedono documentari sulla fauna selvatica. Invece Underdogs è divertente e piacerà anche a chi già ama i documentari: vedranno specie che non hanno mai visto e storie che non hanno mai ascoltato prima».

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