Dal 5 luglio apre al pubblico il Castello del Gallo a Mandela (Roma): storia, giardini segreti, salotti letterari e visite guidate.

Il Castello del Gallo di Mandela (Roma) apre le sue porte al pubblico dal 5 luglio, grazie a un’iniziativa della famiglia del Gallo. Un tempo fortezza, poi dimora nobile, oggi il Castello si svela ai visitatori con visite guidate, eventi culturali e percorsi immersivi lungo viali ombreggiati. Dall’alto, lo sguardo si perde nelle splendide vedute sul fiume Aniene, mentre intorno il paesaggio si svela in tutta la sua poesia: un perfetto equilibrio tra natura e memoria.

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Il Castello del Gallo di Mandela: i luoghi

Il Belvedere e i Giardini di Orazio

Affacciandosi al Belvedere davanti al Castello Del Gallo, si gode di una vista affascinante su quello che un tempo era il terreno della residenza di Quinto Orazio Flacco, il celebre poeta al quale nel I° secolo a.C. Mecenate donò un podere nel quale rifugiarsi lontano dalla caotica vita cittadina, circondato da frutteti, oliveti e pascoli. E se si guarda bene, tra gli alberi che seguono il corso del fiume Licenza, si scorge ancora il sentiero che Orazio percorreva, passo dopo passo, per tornare alla sua villa.

Torre di Giulietta sul Belvedere verso i Giardini di Orazio

Immersi nella natura, i giardini celebrati da Orazio nei suoi scritti nei secoli successivi divennero meta di viaggiatori del Grand Tour e conquistarono artisti in cerca della veduta ideale, espressione perfetta della fusione tra natura e arte. Jakob Philipp Hackert, pittore tedesco del XVIII secolo, immortalò i paesaggi di Mandela, celebrandone l’armonia naturale. Jean-Baptiste Camille Corot, maestro del paesaggio poetico, trovò nei Giardini di Orazio la perfetta scenografia per la sua arte. Wolfgang Goethe, ammiratore e allievo di Hackert, soggiornò al Castello del Gallo, lasciando un segno della sua presenza nella cosiddetta Loggia di Goethe. La sua nipote, Valerie von Wagner, entrò a far parte della famiglia Del Gallo, legando così ulteriormente la storia del castello alla grande tradizione intellettuale europea.

Il Castello del Gallo

Importante tappa del Grand Tour, il Castello del Gallo affonda le sue radici nell’epoca romana e medievale. Questo territorio fu infatti a lungo presidiato dalla popolazione degli Equi, che resistettero per duecento anni prima di essere sconfitti dai Romani tra il 500 e il 300 a.C. quando qui sorse un villaggio, il pagus Mandela citato anche dal poeta Orazio nesi suoi versi. Con la caduta dell’Impero Romano, il castello passò sotto il controllo delle abbazie, inizialmente Farfa e poi Subiaco, entrambe legate all’Abbazia di Cluny in Francia, che all’epoca rappresentavano delle vere potenze culturali ed economiche, simili alle multinazionali di oggi.

La Sala da pranzo

Fu in questo periodo che i monaci introdussero la coltivazione dell’olivo, una tradizione che è ancora viva nel paesaggio che ci circonda, e che caratterizza l’azienda agricola dei del Gallo. Gli ulivi più antichi furono piantati già nel ‘700. Il Castello divenne poi una fortezza strategica sotto il dominio degli Orsini, mentre nel XVII secolo fu trasformato in dimora signorile dalla famiglia Nuñez Sanchez, con 2 piani al livello della sommità della collina, la primitiva torre, e l’aggiunta di un giardino pensile di arbusti a siepi e cisterne scavate nella roccia. 

Nel XIX secolo infine, Julie Bonaparte, nipote di Napoleone e cugina di Napoleone III, e Alessandro del Gallo di Roccagiovine, Marchese di Mandela, resero il Castello un centro di cultura e arte, ospitando un salotto letterario internazionale e trasformando ulteriormente lo spazio esterno.

Il percorso delle visite

Il percorso aperto alle visite consentirà di scoprire stanze ricche di arredi d’epoca, eppure vissute quotidianamente ancora oggi dalla famiglia del Gallo, che continua a vivere il Castello – Michele, Alexandra ed i loro figli – che, come i loro antenati, mantengono il patrimonio artistico, culturale e storico di famiglia. Tra i vari ambienti, la sala da pranzo, dove troneggia un ritratto dell’Imperatore Napoleone e il fortepiano che Napoleone III donò alla cugina Giulia, proveniente dal palazzo imperiale di Parigi, le Tuileries.

C’è poi lo splendido Giardino d’Inverno, nel quale Giulia Bonaparte ricevette, dal 1870 al 1900, ospiti di riguardo tra cui i direttori dell’Accademia di Francia e i loro allievi pensionari, nonché studiosi come Ernest Renan. E ancora la Galleria degli Antenati, nella quale sono esposti i ritratti di diversi membri della famiglia del Gallo, e la Stanza del Biliardo, che custodisce busti militari del XVI secolo, un piccolo cannone del XVII, le spade e il tavolo da biliardo del XVIII, i fucili del XIX e infine, un cartello in tedesco che ricorda all’ultimo grande capitolo storico vissuto da questo castello: l’occupazione nazista del 1944.

La Chiesa di San Vincenzo Ferrer

La chiesa che fiancheggia il Castello, dedicata a San Vincenzo Ferrer, (1350-1419), è dedicata al predicatore spagnolo dell’Ordine dei Domenicani, noto per il ruolo chiave che ebbe nella politica europea dell’epoca. Fu costruita nel 1726 per volere di Vincenzo Nuñez Sanchez, e progettata dall’architetto Girolamo Theodoli.

È un piccolo gioiello di barocco romano luminoso e romantico, circondato dalla verde campagna romana, e custodisce preziosi affreschi di Michelangelo Cerruti e Giovanni Odazzi. Oltre alle opere d’arte di grande valore presenti, sotto la chiesa si trova la cripta della famiglia del Gallo, dove riposano importanti figure legate alla storia di Roma e d’Europa, come Luigi del Gallo, grande mecenate della Roma dell’Ottocento, Giulia, fondatrice di uno dei salotti letterari più noti del suo tempo e Luigi, vescovo e segretario personale di quattro papi.

I Giardini del Castello

Quando il Marchese Alessandro del Gallo e sua moglie Giulia Bonaparte lasciarono Parigi nel 1870, a seguito dell’esilio di Napoleone III, decisero di trasformare il Castello di Mandela nel loro rifugio lontano dal caos di Roma e di ospitarvi il celebre salotto letterario che fino a quel momento si era tenuto nel loro palazzo parigino di Rue de Grenelle. Allo stesso tempo, decisero di ridisegnare il terreno circostante e di creare un giardino segreto all’italiana vicino al castello, mentre sulle pendici della collina concepirono un romantico Bosco e, più avanti, un giardino all’inglese.

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Giardino Segreto

Salendo per la rampa medievale del Castello si giunge a un ampio spazio creato nel XVII secolo dai Nuñez Sanchez, un giardino che si ispira alla tradizione persiana e islamica, con siepi curate all’italiana e cisterne medievali che ne regolano l’irrigazione. Nel XIX secolo, Julie Bonaparte e Alessandro del Gallo aggiunsero elementi francesi, tra cui un giardino d’inverno e un’ampia varietà di rose ottocentesche. Affacciandosi dal muraglione si può ammirare la Valle del fiume Licenza, al centro della valle il comune di Vicovaro, famoso per il suo Tempietto di San Giacomo e, ancora più a sinistra, il Convento di San Cosimato, testimone di eventi storici, tra cui la riconciliazione tra Papa Martino V e Re Alfonso d’Aragona, che pose fine allo Scisma d’Occidente.

Il Giardino segreto

Il convento, che sorge in un’area archeologica di particolare interesse, con resti di acquedotti romani e grotte rupestri, nel IX secolo fu teatro della Battaglia di San Cosimato, una feroce battaglia tra le truppe del Sacro Romano Impero e i Saraceni, giunti in Italia per razziare. I Saraceni furono sconfitti e si ritirarono sulle colline, dove fondarono tre famosi comuni, ancora oggi visibili. Da qui, è possibile vedere Saracinesco, il primo dei tre comuni saraceni, arroccato in alto.

Bosco Romantico

Nel XIX secolo, gli ulivi sotto il castello furono sostituiti da un bosco romantico in stile francese, dove la natura sembra crescere senza regole. Questo spazio fu progettato per creare un’atmosfera di quiete e bellezza, con sentieri ombreggiati e un microclima ideale per le passeggiate estive. Il Bosco Romantico è un luogo che invita a rallentare, a guardarsi intorno con occhi nuovi.

Il Bosco francese

Non c’è una direzione precisa da seguire: i sentieri si intrecciano, si aprono e si chiudono tra la vegetazione, come se fosse la natura stessa a decidere dove condurre il visitatore. Gli alberi, imponenti e antichi, sembrano osservare in silenzio il passaggio del tempo, mentre il sottobosco cresce libero, selvatico, senza essere costretto da regole o schemi.

Giardino Inglese

Nato come reazione ai giardini formali francesi, a prima vista sembra selvaggio, libero, spontaneo, ma il Giardino Inglese è tutt’altro che casuale. Si tratta di una composizione raffinata, frutto di una pianificazione precisa, di un paesaggio naturale creato con maestria per suggerire armonia e quiete, come un dipinto in cui ogni pennellata è calcolata e invisibile. A prima vista infatti, gli alberi e i cespugli sembrano disposti in modo casuale, ma ogni dettaglio è studiato per evocare un senso di libertà e bellezza naturale.

Spesso, tra la vegetazione, si incontrano templi neoclassici, grotte artificiali e piccole rovine, elementi che richiamano alla mente riflessioni filosofiche e momenti di contemplazione come la cosiddetta Torraccia, una struttura di epoca medievale nata come punto di osservazione della valle, che in seguito divenne dimora, o forse prigione, di un membro della famiglia del Gallo, Caio, il cui destino fu segnato dalla follia, conseguenza di una travagliata storia d’amore.

Poco distante una piccola casa che sembra appartenere al mondo delle fiabe, soprannominata Cottage dell’Amore, fu il luogo segreto degli incontri di due giovani amanti: Alberto, futuro marchese della famiglia del Gallo, e la figlia del conte della famiglia rivale. Il prato si affaccia sulla splendida valle dell’Aniene nella quale si stagliano i ponti della ferrovia Roma-Pescara, vera e propria impresa ingegneristica, curata anche da Gustave Eiffel, e le leggendaria Via Tiburtina Valeria, una delle otto strade consolari romane, che corre lungo questa valle.

Roseto Bonaparte

È in fase di restauro il Roseto Bonaparte che sorgerà sulle piante antiche voluta da Giulia nell’800 con le stesse varietà di rose rare e profumate.

Orari e tariffe del Castello del Gallo di Mandela

Apertura al pubblico da sabato 5 luglio 2025.

Il Castello del Gallo è aperto al pubblico ogni venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18.30 (ultimo ingresso alle 17.30)

Visita guidata completa

●      biglietto intero 15 euro: Castello, giardino privato, bosco francese e giardino paesaggistico. Fasce orarie da 20 minuti, durata della visita guidata 40 minuti.

●      Bambini fino a 11 anni gratuito

Visita con app in realtà aumentata (solo esterni del castello) 8 euro: bosco francese e giardino paesaggistico

I biglietti sono acquistabili sia sul sito www.castellodelgallo.it sia presso la biglietteria fisica situata a Borgo Mandela 7 a Mandela (RM).

Tour completo con il proprietario, con degustazione solo la domenica alle ore 12.00, 50 euro

Visite Infrasettimanali (prenotazione obbligatoria)

Gruppi: dal lunedì al giovedì visita guidata completa 12 euro / Pax minino 15 persone
Scuole e centri anziani: dal lunedì al giovedì, visita guidata completa 8 euro / Pax minino 15 persone

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