La scrittrice J.K. Rowling torna al centro della cronaca: il National Trust interviene dopo la manomissione di un’opera collettiva con ricamato il suo nome.
Nelle ultime ore, la scrittrice britannica J.K. Rowling è stata al centro di una controversia legata a un’opera d’arte partecipativa esposta a Hardwick Hall, nel Derbyshire, gestita dal National Trust. Come riferisce BBC, l’opera in questione si intitola Virtuous Woman ed è un arazzo creato dall’artista Layla Khoo in collaborazione con l’Università di Leeds e il National Trust.
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Il progetto è rimasto attivo da aprile a novembre 2024, periodo durante il quale i visitatori di Hardwick Hall hanno potuto ricamare sull’arazzo stesso nomi di donne che consideravano degne di celebrazione. A fornire l’ispirazione per tale lavoro un antico ricamo risalente al XVI secolo, commissionato da Bess di Hardwick e andato perduto.
Tanti i nomi sulla tela, da quello di Rosa Parks a Taylor Swift e al semplice mum (mamma) fino, appunto, a quello della Rowling. Durante il periodo di partecipazione, un visitatore ha deciso di coprire con un ricamo il nome di JK Rowling precedentemente apposto. Un gesto percepito sostanzialmente come una critica alle sue posizioni sull’identità di genere, che hanno reso l’autrice una figura controversa.
Terminato il progetto, l’opera era stata esposta col nome coperto ma, ecco, l’ennesimo sviluppo. Nell’ultima settimana di maggio, l’attivista femminista Jean Hatchet ha rimosso la copertura sul nome della Rowling, documentando il tutto sul suo profilo X. “L’ingiustizia nei confronti di J.K. Rowling è stata corretta. Non cancellate i nome delle donne dall’arte o dalla vita”, ha scritto.
La reazione del National Trust
Il National Trust, che gestisce Hardwick Hall, ha in seguito deciso dii rimuovere temporaneamente l’opera dalla mostra per “indagare sui danni causati e valutare i prossimi passi”. L’arazzo, la cui esposizione era prevista per tutto il 2025, risulta ora coperto con un lenzuolo bianco su cui è visibile la nota ufficiale con la dichiarazione di rimozione.
L’istituzione ha, quindi, spiegato la propria decisione chiarendo che l’arazzo era stato oggetto di lavoro per otto mesi fino all’esposizione. Ogni successivo intervento, quindi – compresa la rimozione del ricamo a copertura del nome –, è da condannarsi. “Chiediamo ai visitatori di non alterare le opere esposte” (BBC).
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La replica di Hatchet non si è fatta attendere. L’attivista ha, infatti, criticato l’intervento del National Trust, evidenziando il diverso trattamento subito rispetto al precedente intervento di cancellazione del nome. E ha difeso la sua azione come un gesto di ripristino. “Non c’era alcun problema se qualcuno avesse manipolato il nome di una donna. – ha scritto – Al contrario, una donna – io – che rimuove con molta attenzione quel ricamo ostile […] dedicandovi tempo e cura è colpevole di qualcosa che deve essere nascosto”. Infine, ha chiesto al National Trust di scusarsi con le donne.
E ora? Al momento Rowling ha scelto di non rilasciare dichiarazioni. Di certo, l’episodio evidenzia le difficoltà di gestire opere d’arte partecipative in contesti polarizzati. Virtuous Woman era pensata come un progetto inclusivo per celebrare donne virtuose, ma è diventata un campo di battaglia per opinioni contrastanti. Così, la rimozione dell’opera solleva interrogativi su come bilanciare libertà di espressione, rispetto per l’arte e gestione delle controversie pubbliche.
Immagini Kikapress