Inaugurata ufficialmente nel giugno 2022, la RCF Arena è anche una galleria a cielo aperto grazie alle installazioni luminose di Marco Lodola.

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Per i più affezionati – e forse anche un po’ nostalgici – resta inequivocabilmente Campovolo. Ma dal 2022 a questa parte la struttura sorta in quel pezzetto di terra nella pianura reggina si chiama in via ufficiale RCF Arena. Destinata a concerti e spettacoli, l’arena permanente all’aperto si estende per circa 200mla metri quadrati con una capienza di 100mila persone. Un popolo, verrebbe da dire, che dall’inaugurazione ufficiale con Luciano Ligabue ha calpestato quel terreno entrando quasi in una dimensione sospesa.

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Da Harry Styles ai Pinguini Tattici Nucleari, da Zucchero agli AC/DC, la RCF Arena ha confermato il suo status di ‘ombelico della musica’. Ma non solo, ha saputo anche guardare oltre, unendo linguaggi differenti che integrano visioni artistiche coerenti e sinergiche. Mondi che si guardano, rispecchiandosi tra loro per amplificarsi. E se l’Italia ha un artista che più di altri riesce a coniugare la creatività visiva con un appeal pop-rock questi è di certo Marco Lodola.

Marco Lodola Campovolo
Marco Lodola Campovolo / Courtesy dell’artista

Marco Lodola: quando l’arte incontra la musica

Lodola è noto per aver portato avanti un’arte accessibile e pop, che esce dai musei per arrivare alle persone, tra le persone. Fondatore del Nuovo Futurismo Italiano, il suo lavoro fonde suggestioni di Depero, Matisse e cultura rock, dando vita a una “light art” riconoscibile e trasversale. Dalle copertine dei dischi agli allestimenti per X Factor o il Festival di Sanremo, fino a sculture installate nelle piazze, Lodola è un artista capace di trasformare gli spazi urbani in esperienze culturali.

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Non a caso, sono sue le installazioni che punteggiano proprio l’arena di Reggio Emilia, in una galleria a cielo aperto che accompagna nell’altrove che è il palco di uno show. Le opere open air sono l’ennesima conferma del suo legame con il mondo della musica e della performance. Lì, tra palco e prato, Lodola ha tracciato una mappa luminosa fatta di memoria, emozione e vibrazioni visive.

Marco Lodola Campovolo
Marco Lodola Campovolo / Courtesy dell’artista

La RCF Arena nata a Reggio Emilia aveva l’ambizione di essere l’arena più bella del mondo”, così Claudio Maioli, ex manager di Ligabue e nella cordata dirigenziale della RCF Arena. “Il problema era renderla ancora più bella e ci siamo riusciti collaborando con Marco Lodola che ha subito accettato”. Da qui, la realizzazione delle statue luminose a tema musicale, con l’impegno a un aggiornamento periodico a seconda degli artisti che calpesteranno quel suolo. “Ogni artista che suonerà in futuro avrà la sua statua”, dichiarava Maioli.

Le sculture luminose: il rock e le icone

Le sagome luminose che si possono incontrare camminando lungo il Boulevard sono dedicate ad alcuni degli artisti che hanno segnato la storia della musica globale diventando leggende. Ecco, allora, i Beatles rigorosamente in fila indiana e Prince con la sua chitarra. E ancora, David Bowie, Elvis, Freddie Mercury, Angus Young degli AC/DC. Ma spuntano alcuni dei protagonisti delle lunghe notti di Campovolo. Ops, RCF Arena. È il caso di Laura Pausini, Elisa, Giorgia, Emma, Alessandra Amoroso, Fiorella Mannoia e Gianna Nannini impegnate nel concerto solidale ‘Una. Nessuna. Centomila’. Si riconoscono, poi, i PTN e ovviamente Ligabue, che dopo aver tagliato il nastro dell’arena con ‘30 anni in un giorno’, vi ha fatto ritorno per festeggiare i trent’anni dell’album ‘Buon compleanno Elvis’.

Tutte le figure, stilizzate e dinamiche, sono illuminate internamente da neon colorati, in pieno stile Lodola-pop. Forme sinuose, colori saturi, citazioni tra arte futurista, cartoon e musica anni ‘80. Un progetto che, globalmente fornisce un racconto visivo parallelo e rappresenta una nuova frontiera per l’arte contemporanea negli spazi pubblici e nei grandi eventi live. Non più solo visual per il palco, ma vere e proprie installazioni che fanno parte dell’esperienza. In un’epoca in cui il pubblico cerca coinvolgimento totale, Lodola risponde con una narrazione visiva che valorizza tanto il luogo quanto il momento.

Immagini Courtesy dell’artista

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